Riforma protestante

Martin Lutero illustra le sue 95 tesi appena affisse a Wittenberg. È il 1517, l'inizio della Riforma protestante. Dipinto di Ferdinand Pauwels.

La Riforma protestante, o Scisma protestante, è stato un importante movimento religioso sorto all'interno del cristianesimo occidentale nell'Europa del XVI secolo che pose una sfida sia sul piano teologico che politico alla Chiesa cattolica e, in particolare, all'autorità papale sulla base di ciò che era percepito come errore, abuso e discrepanza rispetto all'ideale cristiano. La Riforma dette inizio al protestantesimo e causò una separazione (scisma) della Chiesa occidentale in Chiese riformate e in Chiesa cattolica romana; è considerata anche uno degli eventi che marcano nella storia europea la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna.

Sebbene solitamente si consideri la pubblicazione nel 1517 a Wittenberg delle 95 tesi da parte di Martin Lutero come l'inizio della Riforma, gli storici sottolineano come già da molto prima vi fossero stati movimenti riformistici all'interno della Chiesa. A causa delle sue tesi e del rifiuto di ritirarle, nel gennaio 1521 Lutero venne scomunicato da papa Leone X, mentre l'editto di Worms del maggio dello stesso 1521 – emesso dall'imperatore, Carlo V d'Asburgo – lo bandì dal Sacro Romano Impero, vietando, inoltre, a tutti i sudditi di propagare le sue idee.

Nonostante ciò, anche grazie alla sempre maggior disponibilità della stampa a caratteri mobili introdotta nel secolo precedente da Johannes Gutenberg, gli scritti teologici di Lutero ebbero una rapidissima diffusione in tutta la Germania e da lì in tutta Europa. Inoltre, grazie alla protezione offertagli dal principe elettore di Sassonia Federico il Saggio, Lutero poté salvarsi dalla cattura da parte delle autorità che lo avevano dichiarato fuorilegge. Il movimento vide sorgere al suo interno anche frange più radicali, che, discostandosi da Lutero, sfociarono in azioni contro l'autorità civile spesso represse nel sangue. Molti principi tedeschi abbracciarono il protestantesimo dando ad esso una connotazione politica di opposizione all'imperatore Carlo V, rimasto cattolico; ciò portò a diversi scontri culminati nella guerra di Smalcalda, cui seguì una tregua, seppur momentanea, con la pace di Augusta del 1555.

In breve tempo, il movimento iniziato in Germania si diversificò e salirono alla ribalta altri riformatori, come Martin Bucero, Ulrico Zwingli e Giovanni Calvino. In Inghilterra re Enrico VIII colse l'occasione per separare la Chiesa locale da Roma, dando vita alla Chiesa anglicana. La Francia fu teatro di una sanguinosa guerra tra protestanti e cattolici. In risposta alla Riforma, la Chiesa di Roma intraprese anch'essa una serie di azioni, conosciute come Controriforma, che scaturirono, in gran parte, dalle decisioni prese nel corso del concilio di Trento. Tuttavia gli effetti della Riforma si rivelarono dirompenti in tutti gli aspetti della vita europea del tempo, determinando «la rottura dell'unità del corpus cristiano millenario da cui scaturirà una nuova società del tutto nuova e pluralistica».[1]

Il termine "protestante" deriva dalla protesta dei principi e delle città libere luterane, quando alla dieta di Spira del 1529 l'imperatore Carlo V volle ribadire la condanna di Lutero.

  1. ^ Felici, 2016, p. 9.

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