Rimuginio

Con il termine rimuginio (o ruminazione), in psicologia si intende un fenomeno mentale caratterizzato da ripetitività e pervasività[1]. Secondo l'orientamento cognitivo, questa attività è fonte di attivazione emotiva ansiosa vissuta spesso con disagio dalla persona. Inoltre, si può identificare il processo rimuginativo come un evento con determinate caratteristiche cognitive, tra cui netta predominanza del pensiero negativo, evitamento cognitivo e interdizione dell'elaborazione emotiva[2].

Quindi, il rimuginio è una forma di pensiero che può o meno essere patologico. La linea che determina la patologicità di questa attività mentale è relativa al fatto che la persona rimane invischiata nei suoi ragionamenti senza produrre alcun comportamento utile e funzionale, mantenendo le emozioni negative ad essa associate[1].

Nelle persone affette da disturbo depressivo, il rimuginio ad alta intensità è associato a una scarsa abilità di apprendere dalle emozioni. Ciò avviene anche in virtù del fatto che l'enterocezione corporea che raccoglie i feedback emozionali non funziona correttamente in queste persone.[3]

  1. ^ a b Sassaroli, S., Ruggiero, G.M., La psicopatologia cognitiva del rimuginio (worry), in Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, vol. 9, pp. 31-45.
  2. ^ Borkovec, T.D., Ray, W.J., e Stöber, J., Worry: A cognitive phenomenon intimately linked to affective, physiological, and interpersonal behavioral processes., in Cognitive Therapy and Research, vol. 22, pp. 561-576.
  3. ^ Highly ruminative individuals with depression exhibit abnormalities in the neural processing of gastric interoception, su psypost.org.

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