Rivolta dei Bersaglieri

Voce principale: Bersaglieri.
Rivolta dei Bersaglieri
(rivolta di Ancona)
parte del Biennio rosso
Data25-28 giugno 1920
LuogoAncona
CausaInvio di truppe dei bersaglieri nel protettorato italiano dell'Albania
EsitoSconfitta degli insorti
Schieramenti
Comandanti
Perdite
3 insorti uccisi9 morti10 civili uccisi
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La rivolta dei Bersaglieri (nota anche come rivolta d'Ancona) fu un'insurrezione scoppiata nel giugno 1920 ad Ancona e poi diffusasi in altre zone dell'Italia centro-settentrionale.

L'innesco della rivolta fu il rifiuto di un gruppo di bersaglieri di partire per l'Albania, dove il porto di Valona era occupato da un corpo di spedizione italiano che, a causa della ferma resistenza albanese e di un'epidemia di malaria[1], necessitava di truppe di rinforzo.

La rivolta dei soldati si trasformò subito in una sommossa popolare che, pur non godendo dell'appoggio ufficiale dei partiti e dei sindacati, tenne in scacco Ancona per alcuni giorni diffondendosi poi, con modalità e peculiarità diverse da città a città, in altre aree del centro e del nord del paese.

L'evento è inserito nel contesto del biennio rosso, caratterizzato dallo scontro politico violento tra opposte fazioni; in quanto fu una ribellione armata, è uno degli episodi più significativi del biennio.

  1. ^ Giolitti, nelle sue memorie, parla di circa cento morti al giorno tra le truppe italiane a Valona, a causa della malaria, come riportato in M. Paolini, I fatti di Ancona e l'11º Bersaglieri (giugno 1920), in Quaderni di Resistenza Marche, n. 4 novembre 1982.

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