Rivolta dei comuneros

Guerra delle Comunità della Castiglia
Esecuzione dei Comuneros del romantico Antonio Gisbert (1860)
Data1520-1522
LuogoRegno di Castiglia e León
EsitoDecisiva vittoria della corona
Schieramenti
Ribelli ComunerosCastigliani realisti
Comandanti
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La rivolta dei comuneros (anche nota con il nome di guerra delle comunità di Castiglia, dall'espressione spagnola Guerra de las Comunidades de Castilla) è stata un'insurrezione armata che interessò diversi centri urbani del Regno di Castiglia e León nel periodo compreso tra il 1520 e il 1522, nella fase iniziale del regno di Carlo V d'Asburgo. La rivolta, originatasi da Toledo, Segovia e Salamanca, arrivò a controllare al suo apice vaste aree della Castiglia. La guerra è stato oggetto di un aspro dibattito storiografico, con valutazioni contrastanti. Alcuni studiosi descrivono la guerra delle comunità come una rivolta contro il potere baronale; altri, come una delle prime rivoluzioni borghesi dell'era moderna, ed altri ancora la descrivono come un movimento antifiscale e particolarista, dai connotati medievali.

La rivolta avvenne in un periodo di instabilità politica nella corona di Castiglia, che si trascinava dalla morte di Isabella di Castiglia avvenuta nel 1504. Nell'ottobre del 1517, re Carlo V arrivò nelle Asturie dalle Fiandre, dopo essersi auto-proclamato re dei suoi possedimenti ispanici nel 1516. Si presentò dinanzi alle Cortes di Castiglia (parlamento di origine medievale che comprendeva i rappresentanti di nobiltà, clero e terzo stato) riunite a Valladolid nel 1518 parlando a malapena il castigliano e recando nella sua corte un gran numero di nobili e chierici fiamminghi. Tale stato di cose indusse nelle élite castigliane il timore di una perdita delle loro prerogative e del loro potere politico a discapito di questi elementi stranieri. Questo malcontento si trasmise attraverso vari canali agli strati popolari e, come prima protesta pubblica, apparvero volantini nelle chiese dove si leggeva:

Tu terra di Castiglia, sei molto sfortunata e maledetta poiché nonostante tu sia un regno così nobile, sei governata da coloro che non hanno amore per te.[1]

Le richieste fiscali, in concomitanza con la partenza del re per l'elezione imperiale in Germania, ebbero come risultato una serie di rivolte urbane che trovarono un candidato alternativo per la corona nella "regina titolare di Castiglia", la madre di Carlo, Giovanna, che tuttavia si trovava in uno stato di incapacità mentale e che comunque non manifestò alcun appoggio alla rivolta. Dopo quasi un anno di ribellione, i sostenitori dell'imperatore si erano riorganizzati (in particolare l'alta nobiltà e i territori periferici della corona di Castiglia, come l'Andalusia), e le truppe imperiali avevano assestato un colpo quasi definitivo alle comunità nel battaglia di Villalar il 23 aprile 1521. Il giorno seguente, vennero giustiziati sul luogo della battaglia i leader dei comuneros Juan de Padilla, Juan Bravo e Francisco Maldonado. L'esercito dei comuneros nel frattempo si disperse. Solo Toledo mantenne viva la sua ribellione sotto la guida di María López de Mendoza y Pacheco, fino alla sua resa definitiva nel febbraio del 1522.

La rivolta dei comuneros è stata in ambito spagnolo motivo tanto di studio storico quanto di manipolazioni e appropriazioni strumentali da parte di gruppi politici e intellettuali. In tale ottica va inquadrata ad esempio la visita, avvenuta nel periodo del Triennio liberale spagnolo, di Juan Martín Díez a Villalar il 23 aprile 1821, in occasione del terzo centenario della sconfitta. Pittori come Antonio Gisbert raffigurarono in chiave idealizzata i comuneros nelle loro opere; il Patto Federale Castigliano, documento d'intesa stilato nel 1869 da esponenti del Partido Republicano Democrático Federal che si prefiggeva il cambio di regime e il rovesciamento di Isabella II di Spagna contiene chiari riferimenti alla rivolta dei comuneros. Gli intellettuali conservatori o reazionari hanno di contro adottato delle interpretazioni molto più a favore della posizione imperiale e critiche nei confronti della rivolta.

La sconfitta è stata commemorata a partire dalla Transizione spagnola ogni 23 aprile. Tale data è stata scelta in seguito all'istituzione della comunità autonoma di Castiglia e León quale giornata festiva ufficiale della comunità. La rivolta viene tuttora appropriata ad uso politico dai movimenti autonomisti castigliani; la sua popolarità ha avuto una notevole impulso attraverso il poema epico Los Comuneros, di Luis López Álvarez.

  1. ^ J. L. Díez, Los Comuneros de Castilla, Editorial Mañana, Madrid, 1977 p. 7

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