Rivolta serba del Banato

Rivolta serba del Banato
parte lunga guerra turca
Evoluzione della rivolta nel corso del 1594. In blu i ribelli serbi
Datamarzo - 10 luglio 1594
LuogoEyalet di Temeșvar, Impero ottomano (odierno Banato, Serbia e Romania)
EsitoVittoria degli ottomani e ritorno dell'occupazione turca
Schieramenti
Bandiera dell'Impero ottomano Impero ottomano Ribelli serbi
Supporto austriaco
Comandanti
Koca Sinan Pascià
Mustafa Pascià di Temeşvar
Ali Çavuş
Teodoro Nestorović
Sava Temišvarac
Velja Mironić
Đorđe Rac
Spahija Vukadin†
Effettivi
5 00020 000 - 30 000
Perdite
+ 1 000
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La rivolta del Banato[nota 1] fu una ribellione organizzata e supportata dal vescovo serbo ortodosso Teodoro di Vršac e dal comandante militare Sava Temišvarac contro gli ottomani nell'Eyalet di Temeşvar.

La rivolta scoppiò nel 1594, nella fase iniziale della lunga guerra turca, e coinvolse circa 5.000 serbi, i quali riuscirono a conquistare rapidamente diverse città della regione, tra cui Vršac, Bečkerek, Lipova, Titel e Bečej.[1] La dimensione di questa rivolta è illustrata dal versetto di un poema epico serbo: "Tutto il paese si è ribellato, seicento villaggi si sono alzati, ognuno punta la sua pistola contro il sultano".[2]

La ribellione assunse soprattutto il carattere di una guerra santa, come dimostra il fatto che i serbi portavano bandiere con l'immagine di Sava di Serbia, santo nazionale serbo. Koca Sinan Pascià, che guidava l'esercito ottomano, ordinò invece di alzare la bandiera verde contenente la calligrafia islamica portata da Damasco in opposizione al vessillo cristiano serbo. Inoltre Sinan, deciso a smorzare la morale dei rivoltosi, decise di bruciare i resti corporali di Sava per vendetta.

Alla fine, l'insurrezione fu sedata e la maggior parte dei serbi di questa regione, temendo ritorsioni ottomane, fuggì in Transilvania, lasciando la regione del Banato deserta. Le autorità ottomane, però avevano bisogno di popolazione per coltivare la fertile terra del Banato, promettendo clemenza a tutti coloro che sarebbero tornati. La popolazione serba pertanto tornò in massa nella regione ma il vescovo Teodoro Nestorović e gli altri capi militari vennero catturati e scorticati vivi. Nonostante la breve durata, tale insurrezione ne fomentò nuove in epoca successiva e fu una delle tre più estese nella storia ottomana.


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