Rivoluzione di maggio

Con la locuzione rivoluzione di maggio (in spagnolo Revolución de Mayo) si indica una serie di avvenimenti rivoluzionari accaduti nella settimana tra il 18 e il 25 maggio 1810 (detta "settimana di maggio" o, in spagnolo Semana de Mayo) nella città di Buenos Aires, allora capitale del vicereame del Río de la Plata, una dipendenza coloniale spagnola. Al termine di tali avvenimenti il viceré Baltasar Hidalgo de Cisneros fu deposto e sostituito da un governo locale, la Prima Giunta (Primera Junta).

Il cabildo aperto del 22 maggio 1810 dipinto da Pedro Subercaseaux.

La rivoluzione di maggio fu una diretta conseguenza della guerra d'indipendenza spagnola, cominciata due anni prima. Nel 1808 Napoleone si era inserito nella lotta per il trono spagnolo tra Carlo IV e il figlio Ferdinando VII, convocando i due litiganti a Bayonne e costringendoli ad abdicare in favore del fratello maggiore Giuseppe Bonaparte. Il fatto diede inizio ad un lungo conflitto tra l'esercito del Primo Impero francese e la resistenza spagnola, coordinata da una Suprema giunta installatasi a Siviglia; la notizia della cattura di questa città il 1º febbraio 1810 arrivò a Buenos Aires, portata dalle navi inglesi, a metà maggio.

Il viceré Cisneros cercò di nascondere le notizie, ma un gruppo di avvocati e di militari di origine creola organizzò un'assemblea straordinaria di notabili cittadini (cabildo abierto) per decidere il futuro del vicereame. I delegati rifiutarono una ricognizione presso il Consiglio di reggenza di Spagna e Indie appena costituitosi nella madrepatria e stabilì la creazione di una giunta che sostituisse il viceré, precedentemente nominato da un governo ormai dissolto. Per mantenere un senso di continuità, lo stesso Cisneros ne fu all'inizio nominato presidente; questa nomina scatenò tuttavia una serie di sollevazioni nella città, costringendolo a dimettersi il 25 maggio. La giunta che uscì da questa serie di accadimenti, formata esclusivamente da persone della città di Buenos Aires, invitò quindi le altre città del vicereame ad inviare i loro rappresentanti; questo sfociò in una guerra tra le regioni che accettarono gli avvenimenti di Buenos Aires e quelle che rifiutarono di riconoscerne la legittimità.

La rivoluzione di maggio è considerata il punto d'inizio della guerra d'indipendenza argentina, nonostante non fosse stata proclamata ancora un'indipendenza formale: la Prima Giunta governò infatti nel nome del deposto Ferdinando VII. Molti storici considerano questa manifestazione di lealtà una manovra politica tesa a nascondere le intenzioni indipendentiste dei rivoluzionari. La dichiarazione di indipendenza ebbe luogo sei anni dopo, il 9 luglio 1816, nel congresso di Tucumán.


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