Robert Goddard

Robert Goddard

Robert Goddard (Worcester, 5 ottobre 1882Baltimora, 10 agosto 1945) è stato uno scienziato, ingegnere e docente statunitense, considerato uno dei pionieri della missilistica moderna[1].

È accreditato come l'inventore del primo esempio di razzo a propellente liquido della storia.[2] Goddard lanciò il suo razzo con successo il 16 marzo 1926, aprendo l'era dell'astronautica. Assieme al suo gruppo di lavoro lanciò 34 razzi[3] tra il 1926 e il 1941, raggiungendo l'altitudine di 2,6 km (1,6 mi) e la velocità di 885 km/h (550 mph).[3]

Goddard lavorò sia come teorico che ingegnere, anticipando concetti che successivamente permisero i voli aerospaziali.[4] È chiamato l'uomo che aprì l'era spaziale.[5] Due dei 214 brevetti di Goddard rivendicano l'invenzione del razzo multistadio (1914), e del razzo a propellente liquido (1914), pietre miliari nell'astronautica.[6] Nel 1919 la sua monografia A Method of Reaching Extreme Altitudes è considerata uno scritto esemplare della scienza aerospaziale del XX secolo.[7][8] Goddard applicò la dinamica del volo a due assi (giroscopio e spinta direzionale) al controllo dei razzi durante il volo.

Il suo lavoro fu talmente rivoluzionario da non essere supportato pubblicamente dalle istituzioni, ricevendo piccoli contributi.[9] Fu una persona schiva e la ricerca sui razzi all'epoca non veniva vista di buon occhio per un docente di fisica.[10] La stampa e altri scienziati ridicolizzarono il suo lavoro, le sue teorie. Il risultato fu quello di rimanere nella sua privacy del suo lavoro. Preferì lavorare da solo, anche a causa di strascichi di una tubercolosi.[11]

Anni dopo la morte, all'alba dell'era spaziale, Goddard venne riconosciuto come un pioniere, assieme a Robert Esnault-Pelterie, Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij, e Hermann Oberth.[12][13][14] Non fu solo il primo a pensare al potenziale dei razzi per la ricerca atmosferica, la balistica missilistica e il volo spaziale, ma fu il primo a studiarli scientificamente, a progettarli e poi realizzarli.[15] Della NASA, il Goddard Space Flight Center fu intitolato in suo onore nel 1959. Fu anche introdotto nella International Aerospace Hall of Fame nel 1966, e nella International Space Hall of Fame nel 1976.[16]

  1. ^ Goddard Biography (PDF), su genesismission.jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory..
  2. ^ Exhibition, su nasm.si.edu, Smithsonian Institution. URL consultato il 5 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2012).
  3. ^ a b Goddard, su astronautix.com.
  4. ^ Hunley, JD, The Enigma of Robert H. Goddard, in Technology and Culture, vol. 36, n. 2, Apr 1995, pp. 327-50, DOI:10.2307/3106375, JSTOR 3106375.
  5. ^ (EN) Robert Goddard, Rocket Development, New York, Prentice-Hall, 1961, p. xiii.
  6. ^ Sea Sky, su seasky.org..
  7. ^ Archives, su siarchives.si.edu, The Smithsonian Institution. URL consultato il 5 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2012)..
  8. ^ Robert H. Goddard: American Rocket Pioneer (PDF), in Facts, NASA, 17 marzo 2001, pp. 1-3. URL consultato il 5 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2017).
  9. ^ (EN) Martin Caidin, Vanguard!, New York, E. P. Dutton & Co., 1957, pp. 91-93.
  10. ^ Winter, p. 12.
  11. ^ Winter, p. 13.
  12. ^ History of Rocketry
  13. ^ Loyd S., Jr Swenson, James M Grimwood e Charles C Alexander, Part I, Chapter I, in This New Ocean: A History of Project Mercury, The Highway to Space, NASA, 1989, pp. 13-18. URL consultato il 27 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  14. ^ Jeffrey Kluger, Rocket Scientist Robert Goddard, Time, 29 marzo 1999. URL consultato il 23 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2013).
  15. ^ Lynn Jenner (a cura di), Dr. Robert H. Goddard: American Rocketry Pioneer, su nasa.gov, NASA, 29 marzo 1999. URL consultato il 27 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2019)..
  16. ^ Robert Locke, Space Pioneers Enshrined, in Las Vegas Optic, Las Vegas, New Mexico, Associated Press, 6 ottobre 1976, p. 6. Ospitato su Newspapers.com.

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