Roberto Bencivenga

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Roberto Bencivenga

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato8 maggio 1948 –
24 ottobre 1949
LegislaturaI
Gruppo
parlamentare
Gruppo misto
Sito istituzionale

Deputato dell'Assemblea Costituente
Gruppo
parlamentare
Blocco Nazionale della Libertà, Fronte dell'Uomo Qualunque
CollegioCollegio Unico Nazionale
Incarichi parlamentari
  • Componente della "Commissione degli Undici"
  • Componente della Prima Commissione per l'esame dei disegni di legge
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXVII
CircoscrizioneCampania
Sito istituzionale

Commissario governativo per il Comune di Roma
Durata mandato4 giugno 1944 –
10 giugno 1944
PredecessoreGiovanni Orgera
SuccessoreFilippo Andrea VI Doria Pamphili

Dati generali
Partito politicoFronte dell'Uomo Qualunque
ProfessioneMilitare
Roberto Bencivenga
NascitaRoma, 2 ottobre 1872
MorteRoma, 24 ottobre 1949 (77 anni)
Cause della mortemorte naturale
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
GradoGenerale di brigata
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Ain Zara
Battaglia degli Altipiani
Sesta battaglia dell'Isonzo
Battaglia del Solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
Studi militariScuola di applicazione di artiglieria e genio di Torino
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)
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Roberto Bencivenga (Roma, 2 ottobre 1872Roma, 24 ottobre 1949) è stato un generale e politico italiano, comandante del Fronte Militare Clandestino, fu deputato del Regno e senatore della Repubblica.

Combattente durante la guerra italo-turca dove si distinse durante la battaglia di Ain Zara, e fu decorato di una Medaglia d’argento e una di bronzo al valor militare. Nel 1914 entrò a far parte dell'"entourage" del nuovo Capo di stato maggiore del Regio Esercito, generale Luigi Cadorna, e nel gennaio 1916, in piena prima guerra mondiale, fu nominato Capo dell’ufficio segreteria del Comando Supremo di Udine, da cui fu rimosso nell'agosto 1917 per gravi contrasti sorti con Cadorna, venendo sostituito da Melchiade Gabba. Nominato comandante della Brigata Aosta, si distinse durante la battaglia del Solstizio (giugno 1918) e sul Monte Grappa (ottobre 1918), venendo decorato con la seconda Medaglia d’argento al valor militare. Dopo la fine della guerra fu posto a capo della missione militare italiana a Berlino, ma lasciò la vita militare, con il grado di generale di brigata, nel 1919 per intraprendere la carriera politica.

In quel periodo fu attivo come giornalista pubblicando numerosi articoli di carattere militare sui quotidiani Il Paese (1921-1922) e Il Mondo, (1924-1925) venendo poi eletto Presidente della Federazione della Stampa. Fu eletto alla Camera dei Deputati del Regno nelle elezioni del 1924 nella lista di Giovanni Amendola. Partecipò alla secessione aventiniana e alla fondazione dell'Unione Nazionale, e fu quindi dichiarato decaduto dalla Camera nella seduta del 9 novembre 1926, decaduto dall’incarico di Presidente della Federazione della Stampa e inoltre radiato dall'esercito con decreto del 15 luglio 1926, con l'aggiunta della condanna a 5 anni di confino a Ponza. Una volta liberato scrisse alcune opere di carattere storico-militare sulla partecipazione italiana alla Grande Guerra.

Nel settembre 1943 iniziò a partecipare al movimento di resistenza entrando a far parte del CLN romano venendo nominato comandante del Fronte Militare Clandestino il 22 marzo 1944. Nel 1946 fu eletto all'Assemblea costituente nelle file del Blocco Nazionale della Libertà, di cui divenne poi il presidente del gruppo parlamentare, e il 18 aprile 1948 fu nominato "senatore di diritto" della I legislatura della Repubblica Italiana.


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