Salvatore Pes, marchese di Villamarina

Salvatore Pes di Villamarina

Ambasciatore del Regno di Sardegna nel Granducato di Toscana
Durata mandato23 maggio 1848 –
1852
MonarcaCarlo Alberto, Vittorio Emanuele II
Capo del governoCesare Balbo, Cesare Alfieri di Sostegno, Ettore Perrone di San Martino, Vincenzo Gioberti, Agostino Chiodo, Claudio Gabriele de Launay, Massimo d'Azeglio

Ambasciatore del Regno di Sardegna in Francia
Durata mandato1852 –
Ottobre 1859
MonarcaVittorio Emanuele II
Capo del governoMassimo d'Azeglio, Camillo Benso di Cavour, Alfonso La Marmora

Ambasciatore del Regno di Sardegna nel Regno delle Due Sicilie
Durata mandatoGennaio 1860 –
1861
MonarcaVittorio Emanuele II
Capo del governoCamillo Benso di Cavour

Senatore del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia
Durata mandatoMaggio 1856 –
14 maggio 1877
Legislaturadalla V (nomina 14 maggio 1856) alla XIII
Tipo nominaCategoria: 7
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneDiplomatico

Salvatore Raimondo Gianluigi Pes, marchese di Villamarina e barone dell’Isola Piana, noto come marchese di Villamarina o semplicemente come Villamarina (Cagliari, 11 agosto 1808Torino, 14 maggio 1877), è stato un diplomatico e politico italiano, del Regno di Sardegna.

Fu ambasciatore a Firenze (Granducato di Toscana) dal 1848 al 1852, a Parigi (Secondo Impero francese) dal 1853 al 1859 e a Napoli (Regno delle Due Sicilie) dal 1860 al 1861.

A Firenze contribuì alla decisione di Leopoldo II di Toscana di entrare nella prima guerra di indipendenza a fianco dello Stato sabaudo. Tuttavia, dopo i moti mazziniani in Toscana, non riuscì ad evitare la fuga dello stesso Leopoldo nel Regno delle due Sicilie.

Nel 1856 partecipò con Cavour al Congresso di Parigi e, unico rappresentante del Regno di Sardegna, alle conferenze di approfondimento successive.

Ambasciatore a Napoli nel 1860, scoraggiò la decisione di Cavour di far scoppiare un moto filopiemontese in città che evitasse la presa di potere di Garibaldi. Successivamente, contravvenendo alle disposizioni di Cavour di mantenersi neutrale fra borbonici e garibaldini, concesse a questi ultimi un reparto piemontese per la Battaglia del Volturno. Avvicinò, così facendo, Garibaldi al Piemonte favorendo il processo di unificazione nazionale.


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