Stato dei Sarbadār | |
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Sarbadārān |
Lingue parlate | Persiano |
Capitale | Sabzevar |
Politica | |
Forma di Stato | Emirato |
Forma di governo | assolutistico |
Nascita | 1337 |
Fine | 1376 |
Causa | dissoluzione da parte di Tamerlano |
Territorio e popolazione | |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Islam sciita |
Religioni minoritarie | Islam sunnita |
Evoluzione storica | |
Succeduto da | Timuridi |
Ora parte di | Iran |
I Sarbadār (in persiano سربدار, sarbadār, "testa da patibolo"; il cui plurale persiano è Sarbedārān in persiano سربداران) furono un insieme di dervisci religiosi e di elementi secolari che giunsero al potere nel 1337 in una parte del Grande Khorasan occidentale durante l'agitato periodo caratterizzato dal disfacimento dell'Ilkhanato mongolo di Persia a metà del XIV secolo, mantenendosi al potere fino al 1376.
Dalla loro capitale di Sabzevār, e dai territori che la circondavano, essi continuarono a governare fino a quando Khwāja ʿAli-ye Muʾayyad si sottomise a Timur nel 1381, e costituirono uno dei pochi gruppi che riuscirono a scampare dalla famosa brutalità tipica di Tamerlano. Lo sceicco Khalīfa Mazandarānī, uno dei leader di quel movimento, era infatti un grande sapiente. Nella storia moderna iraniana, il termine "Sarbedār" è stato impiegato dall'Unione dei Comunisti Iraniani (Sarbedārān) durante la loro insurrezione armata nel gennaio del 1982 ad Amol contro il regime iraniano.