Diavolo della Tasmania | |
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Stato di conservazione | |
In pericolo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Mammalia |
Sottoclasse | Theria |
Infraclasse | Metatheria |
Superordine | Australidelphia |
Ordine | Dasyuromorphia |
Famiglia | Dasyuridae |
Genere | Sarcophilus |
Specie | S. harrisii |
Nomenclatura binomiale | |
Sarcophilus harrisii Boitard, 1841 | |
Areale | |
Il diavolo della Tasmania, o diavolo orsino (Sarcophilus harrisii Boitard, 1841), è un mammifero marsupiale appartenente alla famiglia dei Dasiuridi. È minacciato per via di una forma di cancro trasmissibile (“tumore facciale del diavolo).
Gli aborigeni della Tasmania indicavano questo animale con vari nomi, fra cui tarrabah, poirinnah e par-loo-mer-rer. Il nome comune del diavolo della Tasmania, tuttavia, anziché derivare dai nomi aborigeni (come accaduto per molti animali australiani, come canguri) deriva dai versi che questo animale è solito emettere durante le ore notturne, che dovettero ricordare ai primi esploratori e ai coloni delle urla diaboliche: inoltre questo animale è di colore nero, appare estremamente irascibile e rissoso e si nutre di carogne, tutte caratteristiche solitamente associate con facilità a entità malefiche. A supporto di ciò vi è il fatto che localmente questo marsupiale è noto anche come Beelzebub's pup, "cucciolo di Belzebù", e che durante il XIX secolo gli sono stati attribuiti numerosi nomi scientifici (attualmente considerati obsoleti e privi di valore) legati al mondo delle tenebre, come Sarcophilus satanicus e Diabolus ursinus.
Con l'estinzione del tilacino avvenuta nel 1936, il diavolo della Tasmania, pur raggiungendo all'incirca le dimensioni di un beagle, è divenuto la più grande specie superstite dell'ordine Dasyuromorphia ed in generale il marsupiale carnivoro vivente di maggiori dimensioni. La taglia relativamente piccola non deve tuttavia trarre in inganno: la forte testa, sorretta da un collo largo e muscoloso, fa sì che questo animale abbia il morso più potente di tutti i mammiferi viventi in rapporto alle dimensioni corporee. Ciò gli consente di nutrirsi di carogne, triturando senza difficoltà anche le ossa e perfino i denti.
Attualmente questo animale è diffuso soltanto nell'isola di Tasmania: tuttavia si hanno testimonianze di una sua presenza passata anche nel resto dell'Australia, dove questa specie si estinse però ben 400 anni prima dell'arrivo dei colonizzatori europei (avvenuto nel 1788). Perseguitato per lungo tempo dai coloni europei, in quanto ritenuto un grande razziatore di pollai e implacabile cacciatore di capi di bestiame (pagando soprattutto le uccisioni commesse da cani e gatti rinselvatichiti, in quanto questa specie ha abitudini saprofaghe e raramente attacca esemplari che non siano vecchi o malati), a partire dalla seconda metà del XX secolo la specie è stata dichiarata protetta dal governo della Tasmania.
Sebbene si tratti di un animale molto conosciuto e generalmente ritenuto comune nella sua patria, il diavolo orsino verso la fine degli anni novanta è stato decimato da una rara forma di cancro trasmissibile, il tumore facciale del diavolo, che ha notevolmente ridotto il numero di esemplari e posto a rischio la stessa sopravvivenza della specie, tanto che nel maggio 2008 il diavolo della Tasmania è stato classificato ufficialmente come specie a rischio. Il governo regionale tasmaniano ha attivato dei programmi (il principale è il "Save the Tasmanian Devil Program"[2]) per contrastare la diffusione del fenomeno.