La scuola senese di pittura fiorì nella città toscana (Siena) soprattutto tra il XIV e XVI secolo. A partire dall'esempio bizantino, si sviluppò accogliendo precocemente (rispetto alla vicina Firenze) spunti dal gotico francese che, uniti a un vivace cromatismo e a una fecondissima capacità narrativa (che non disdegnava di rappresentare affetti ed altri elementi della quotidianità), ne fecero una delle scuole pittoriche più originali d'Italia, apprezzata molto anche all'estero.
Tra i suoi rappresentanti più importanti troviamo Duccio di Buoninsegna, che porterà diverse innovazioni nella scuola senese, ma soprattutto le cui opere prendono le mosse dall'esempio di Cimabue ma con risultati diversi dai maestri fiorentini coevi, il suo apprendista Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Bartolo di Fredi, Taddeo di Bartolo, Sano di Pietro, Stefano di Giovanni (il Sassetta), Giovanni di Paolo, Matteo di Giovanni, il Vecchietta e Francesco di Giorgio.
Nel XVI secolo ne fecero parte i manieristi Domenico di Pace Beccafumi e Giovanni Antonio Bazzi (il Sodoma).