Nella storia dei videogiochi, l'espressione "seconda generazione" fa riferimento a computer e videogiochi, console per videogiochi fisse e portatili disponibili dal 1976 al 1982. Tra i dispositivi degni di nota della seconda generazione si possono indicare la Fairchild Channel F, Atari 2600, Intellivision, Odyssey 2 e ColecoVision. La generazione ha avuto convenzionalmente inizio nel novembre 1976 con l'uscita della Fairchild Channel F.[1] Seguì l'Atari 2600 nel 1977,[2] il Magnavox Odyssey² nel 1978,[3] l'Intellivision nel 1980[4] e poi l'Emerson Arcadia 2001, ColecoVision, Atari 5200 e Vectrex,[5] tutti resi disponibili nel 1982, per un totale di oltre 15 diverse console. Questo periodo è coinciso con l'età d'oro dei videogiochi arcade. Questa era di picco di popolarità e innovazione per il mezzo ha portato a realizzare molti giochi per console domestiche di seconda generazione che erano precedentemente solo giochi arcade. Space Invaders, il primo gioco arcade "killer app" a subire il porting, è stato pubblicato nel 1980 per l'Atari 2600, sebbene i precedenti giochi arcade pubblicati da Atari fossero stati portati in precedenza sul 2600.[6] Coleco realizzò Donkey Kong di Nintendo con il ColecoVision quando venne reso disponibile nell'agosto 1982.
I giochi integrati, come quelli della prima generazione, sono diminuiti durante questo periodo. Sebbene la prima generazione di Magnavox Odyssey avesse inserito i giochi su circuiti stampati simili a cartucce, essi avevano funzionalità limitate e richiedevano schermi TV e altri accessori per essere completamente funzionanti. Cartucce più avanzate, che contenevano l'intera esperienza di gioco, vennero sviluppate per Fairchild Channel F e la maggior parte delle console adottò una tecnologia analoga.[7] Il primo sistema della generazione e alcuni altri, come l'RCA Studio II, erano sia dotati di giochi preinstallati sia in grado di utilizzare cartucce.[8][9] La popolarità delle cartucce di gioco crebbe dopo l'uscita dell'Atari 2600. Dagli anni settanta alla metà degli anni novanta, la maggior parte dei sistemi di videogiochi domestici utilizzava le cartucce fino a quando esse non furono sostituite dai dischi ottici. La Fairchild Channel F fu anche la prima console a utilizzare un microprocessore, che era il principale fattore che consentiva alle console di utilizzare le cartucce.[10] Anche altre tecnologie come la risoluzione dello schermo, la grafica a colori, l'audio e l'intelligenza artificiale furono migliorate durante questa era. In questa generazione è stata realizzata la prima console portatile, il Microvision, realizzato dalla società di giocattoli Milton Bradley nel 1979.
Nel 1979, alcuni ex programmatori di Atari fondarono Activision,[11] la prima azienda di sviluppo di videogiochi di terze parti.[12] Nel 1982, l'eccessiva saturazione delle console e dei giochi,[13] unita a una scarsa comprensione del mercato, causò la crisi dell'industria dei videogiochi del 1983 e segnò l'inizio della generazione successiva. A partire dal dicembre 1982 e per tutto il 1984, il crollo del 1983 causò gravi perturbazioni al mercato nordamericano. Alcuni sviluppatori fallirono e quasi nessun nuovo gioco venne pubblicato nel 1984.[14][15] Il mercato non si sarebbe completamente ripreso fino alla terza generazione.[4] La seconda generazione terminò ufficialmente il 1º gennaio 1992, con l'interruzione della produzione dell'Atari 2600.[16]