Le sette Chiese dell'Asia o sette Chiese dell'Apocalisse sono sette comunità diocesane (cristiane) menzionate da Giovanni Apostolo nell'Apocalisse, uno dei libri del Nuovo Testamento.
Il testo greco usa la parola ecclesia che significa comunità di persone con uno scopo comune (a differenza del significato odierno di luogo sacro).[1]
Queste sedi episcopali erano situate in Asia minore, nell'attuale Turchia; secondo l'Apocalisse erano le sette comunità cristiane greche più numerose e antiche.
Giovanni nell'Apocalisse scrive (1:11[2]): "Ciò che tu vedi, scrivilo in un libro, e invialo alle sette Chiese, di Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea".
I nomi delle Sette Chiese sono poi ripresi una seconda volta nei capitoli 2 e 3 dell'Apocalisse con lettere indirizzate dall'Angelo ad ognuna di esse: Efeso (2,1-7[3]), Smirne (2,8-11[4]), Pergamo (2,12-17[5]), Tiatira (2,18-29[6]), Sardi (3,1-6[7]), Filadelfia (3,7-13[8]), Laodicea (3,14-22[9]).
Ogni Chiesa aveva il suo vescovo e la sua cattedrale. Alcuni concili e sinodi hanno avuto luogo in queste sedi, famosi quello di Efeso e il Sinodo di Laodicea. Dei loro vescovi si ricordano Melitone di Sardi e Policrate di Efeso.