Sgranatrice di cotone

Una incisione da Harper's Magazine del 1869 raffigurante la prima sgranatrice di cotone, brevettata più di 70 anni prima.
Brevetto della sgranatrice di cotone di Eli Whitney (14 marzo 1794)
Una sgranatrice di cotone in mostra nell'Eli Whitney Museum
La pianta di cotone. I fiocchi bianchi sono la fibra di cotone che va separata da tutto il resto della pianta
Un moderno impianto di lavorazione del cotone

La sgranatrice di cotone (in inglese cotton gin, gin abbreviazione di engine motore: macchina per il cotone) è un dispositivo che serve per separare rapidamente le fibre della pianta di cotone dal resto della pianta (fusti, bacche che contengono i semi, talvolta appiccicosi). Questo lavoro in passato veniva fatto a mano.

Il procedimento tecnicamente in italiano si definisce sgranatura. L'operazione di sgranare il cotone si chiama "ginnare"[1] e "ginnatrice" è un sinonimo in italiano della stessa macchina[2].

La macchina separa la fibra dal resto (semi, capsule, residui di fusti)[3][4]. La fibra viene poi divisa a seconda della lunghezza. Le fibre più lunghe sono usate nell'industria tessile. Quelle più corte (dette linters) hanno vari possibili utilizzi:

Dai semi si ottiene un olio. Quel che resta dei semi spremuti, capsule e residui diventa concime organico (è utilizzabile anche nell'alimentazione zootecnica, ad esclusione dei monogastrici[4]. Per chiarimenti vedi la voce: Principio nutritivo bypass).

La macchina usa una combinazione di schermi di fili metallici e piccoli uncini per trascinare solo la fibra di cotone oltre gli schermi mentre delle spazzole rimuovono la fibra per impedire che intasi la macchina inceppandola.

L'evoluzione tecnologica ha reso la macchina molto efficiente in termini di velocità e qualità (nella separazione della fibra) anche se concettualmente è rimasta simile all'originale.


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