Shunji Isaki

Shunji Isaki
Isaki in uniforme da cadetto
NascitaPrefettura di Fukuoka, 5 febbraio 1892
MorteGolfo di Kula, 13 luglio 1943
Cause della morteUcciso in battaglia
Luogo di sepolturaSepolto in mare
Dati militari
Paese servitoBandiera del Giappone Impero giapponese
Forza armata Marina imperiale giapponese
ArmaMarina militare
SpecialitàNaviglio silurante
Anni di servizio1914-1943
GradoViceammiraglio (postumo)
GuerreSeconda guerra sino-giapponese
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna delle isole Salomone
BattaglieBattaglia di Kolombangara
Comandante diCacciatorpediniere Nara, Kuri, Ashi, Asanagi, Yunagi, Shikinami
Incrociatori Sendai, Mogami, Jintsu, Maya
2ª Squadriglia cacciatorpediniere
Studi militariAccademia navale (Etajima)
Fonti citate nel corpo del testo
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Shunji Isaki (伊崎俊二?, Isaki Shunji, spesso traslitterato anche come Izaki[1][2]; Prefettura di Fukuoka, 5 febbraio 1892Golfo di Kula, 13 luglio 1943) è stato un ammiraglio giapponese, attivo nella seconda guerra mondiale.

Si arruolò nella Marina imperiale giapponese nel 1914 e si specializzò in naviglio silurante, in particolare nei cacciatorpediniere. Fece esperienza come ufficiale addetto ai tubi lanciasiluri sugli incrociatori leggeri nel corso degli anni venti, per poi passare ai cacciatorpediniere di seconda classe in qualità di ufficiale comandante: fu capitano di cinque diverse unità tra il 1926 e il 1931, anno nel quale fu promosso capitano di fregata. Fu quindi trasferito al Distretto di guardia di Mako per circa due anni e, dal 1934, riprese a servire per lo più in mare, avendo ai suoi ordini dapprima due divisioni di cacciatorpediniere e poi, alla fine degli anni trenta, tre diversi incrociatori. Capitano di vascello, comandò brevemente l'incrociatore pesante Maya prima di essere assegnato a Kure (novembre 1941) per supervisionare le strutture portuali militari. Durante questo incarico divenne contrammiraglio e nel gennaio 1943 fu messo a capo della 2ª Squadriglia cacciatorpediniere. A luglio fu incaricato di scortare una missione di rinforzo del Tokyo Express nelle isole Salomone centrali e rimase ucciso all'inizio della battaglia di Kolombangara, pur vinta alla fine dai giapponesi. Affondò con la sua nave ammiraglia nel Golfo di Kula.

  1. ^ Bernard Millot, La Guerra del Pacifico, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2002 [1967], p. 491, ISBN 88-17-12881-3.
  2. ^ Prados 2012, p. 382 (indice).

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