Sistema uditivo

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L'orecchio, simbolo della capacità uditiva.

L'udito (dal latino auditus, derivato di audire, «udire»)[1], inteso come sistema o apparato uditivo[2], è il primo dei cinque organi di senso a svilupparsi nel feto (a partire dal sesto mese) e a favorire il contatto (indiretto) con l'ambiente esterno. È quella funzione preposta alla percezione, conduzione e analisi del suono, con integrazione cerebrale alle altre funzioni sensoriali; una deficit grave di questa funzione (sordità), già in età precoce, spesso pregiudica in parte o anche in toto la capacità di comunicazione verbale (mutismo), in quanto dipendente dalla costante informazione sonora[1]. L'apparato comprende sia gli organi sensoriali (orecchie, organi preposti alla percezione e alla traduzione del suono), sia le parti uditive del sistema sensoriale.

L’udito umano risulta sensibile ad un ampio spettro di frequenze acustiche (oltre 10 ottave), estese da 16 a 20.000 Hz circa (spesso indicato come da 20 a 20.000) e ad un range di intensità sonora esteso dal limite minimo di soglia (per convenzione, 0 dB), al massimo accettabile dato dal dolore (e poi dalla rottura del timpano, circa 140 dB). E siccome la sensazione sonora non è proporzionale ai valori di pressione acustica, la loro rappresentazione è stata facilitata con l'uso di rapporti a crescita logaritmica (dB).[1][3]

  1. ^ a b c Udito - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 6 novembre 2024.
  2. ^ Redazione Focus Junior, Il corpo umano | I suoi apparati e i sistemi visti da vicino, su FocusJunior.it, 4 novembre 2015. URL consultato il 6 novembre 2024.
  3. ^ Udito - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 6 novembre 2024.

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