Soft power

Copertina di Soft Power, di Joseph Nye (2004)

Soft power (traducibile in italiano con potere dolce o potere convincitivo) è un termine utilizzato nella teoria delle relazioni internazionali per descrivere l'abilità di un potere politico di persuadere, convincere, attrarre e cooptare tramite risorse intangibili quali "cultura, valori e istituzioni della politica"[1]. Il termine è stato coniato al principio degli anni novanta da Joseph S. Nye, Jr., della Harvard Kennedy School of Government. Nye partiva dall'idea che a dominare l'atlante geopolitico nel mondo globalizzato debba essere non lo scontro di civiltà, ma un complesso meccanismo di interdipendenze (appunto, il potere dolce), attraverso cui gli Stati Uniti potessero migliorare la propria immagine internazionale e rafforzare il proprio potere, in contrapposizione all'esercizio dell'hard power (potere duro, o coercitivo), e della conseguente dispendiosa ricerca di nuovi e costosi sistemi d'arma[2].

  1. ^ Joseph Nye, Soft Power, cap. I, p. 9
  2. ^ J. Nye, "The misleading metaphor of decline", The Atlantic Monthly, marzo 1990, pp. 86-94.

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