Space Invaders

Space Invaders
videogioco
Schermata del gioco arcade
Titolo originaleスペースインベーダー Supēsu Inbēdā
PiattaformaArcade, Atari 2600, Atari 5200, Atari 8-bit, Apple II, NES, Game Boy, MSX, PC-98, SG-1000, telefono cellulare, Android, iOS, Windows 3.1
Data di pubblicazioneArcade: giugno 1978 (JP)
GenereSparatutto a schermata fissa
TemaFantascienza
OrigineGiappone
SviluppoTaito
PubblicazioneTaito, Midway Games
DesignTomohiro Nishikado
Modalità di giocoSingolo giocatore
Periferiche di inputJoystick, tastiera
Distribuzione digitaleVirtual Console
Specifiche arcade
CPUIntel 8080 2 MHz
Processore audioTexas Instruments SN76477
SchermoSchermo monocromatico a orientazione verticale
Risoluzione260 x 224 a 59,54 Hz
Periferica di inputJoystick (versione giapponese), pulsanti (versione nordamericana), 1 pulsante di fuoco e 2 di avvio

Space Invaders (スペースインベーダー?, Supēsu Inbēdā) è un videogioco arcade sparatutto a schermata fissa del 1978, a tema invasione aliena, sviluppato da Tomohiro Nishikado.[1]

È stato prodotto in origine dalla Taito, e dato in licenza per la produzione in USA alla divisione Midway Games della Bally Technologies. Sebbene sia molto semplice per gli standard odierni,[2] è stato uno dei videogiochi più influenti della sua generazione: il gioco generò in pochi anni un fatturato di 500 milioni di dollari[3] e la sua pubblicazione decretò di fatto l'inizio di un periodo di grande fortuna per i videogiochi, definito in seguito come l'età dell'oro dei videogiochi arcade.[4] Space Invaders rappresenta uno dei simboli più conosciuti di tutto il medium dei videogiochi, oltre che uno dei capostipiti del genere sparatutto[5].

  1. ^ (EN) Taito men talk legendary games, su edge-online.co.uk, Future. URL consultato il 7 maggio 2007.
  2. ^ (EN) A life through video games, su shopping.guardian.co.uk, Guardian. URL consultato il 5 luglio 2007.
  3. ^ (EN) Kevin Bowene, The Gamespy Hall of Fame - Space Invaders, su GameSpy. URL consultato il 20 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2012).
  4. ^ (EN) Jason Whittaker, The cyberspace handbook, Routledge, 2004, pp. 122, ISBN 0-415-16835-X.
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore rgm

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