Spedizione britannica all'Everest del 1921

I membri della spedizione.
In piedi: Wollaston, Howard-Bury, Heron e Raeburn.
Seduti: Mallory, Wheeler, Bullock e Morshead.

La spedizione britannica all'Everest del 1921 è stata la prima di una serie di spedizioni aventi come scopo l'esplorazione geografica e l'ascensione del monte Everest. Al tempo il Nepal era chiuso agli stranieri, per cui qualunque approccio avrebbe potuto essere possibile solo dal Tibet, sul lato settentrionale della montagna. La spedizione scoprì una possibile via d'accesso da est attraverso il ghiacciaio presente alla testata della valle di Kharta e l'attraversamento del passo di Lhakpa La, a nord-est del massiccio; da qui fu necessario scendere sulla lingua orientale del ghiacciaio Rongbuk, prima di salire nuovamente al Colle Nord. Quest'ultimo fu raggiunto per la prima volta nella storia ma, non essendo riuscita a proseguire oltre, la spedizione dovette alla fine rinunciare.

Inizialmente le esplorazioni coinvolsero il versante settentrionale del massiccio e permisero di scoprire il corpo principale del ghiacciaio Rongbuk, giungendo però alla conclusione che non esistessero vie praticabili per la cima. La ricognizione, infatti, non riuscì inizialmente a scoprire il collegamento tra la lingua orientale del ghiacciaio, nella quale si era giustamente individuata la chiave della salita, e il corpo principale; l'errore di valutazione fu riconosciuto solo più tardi, quando l'intero gruppo si era ormai spostato in un'altra valle, dalla quale l'accesso era ancora più complicato.

Nonostante la mancata ascensione, la spedizione ebbe enormi meriti nel campo della ricognizione del terreno, stabilendo l'esistenza di una possibile via di salita che, partendo dal corpo principale del ghiacciaio Rongbuk, attraverso la lingua orientale di questo giungeva fino al Colle Nord, da dove si sarebbe potuto seguire per cresta fino in vetta. L'anno successivo, una seconda spedizione salì proprio questa via e riuscì a superare il colle, anche se non raggiunse la cima.

La spedizione del 1921 fu guidata da Charles Howard-Bury; uno dei suoi componenti fu il giovane George Mallory, che divenne poi il principale promotore dei successivi tentativi britannici. Howard-Bury scrisse un resoconto della spedizione, Mount Everest, the Reconnaissance, 1921, alla cui stesura partecipò anche Mallory, scrivendo sei capitoli.


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