Spiaggia

Spiaggia di Copacabana, Rio de Janeiro, una delle spiagge più famose del mondo

Una spiaggia, in senso geomorfologico, è un'area costiera sabbiosa prospiciente un bacino marino o lacustre caratterizzata da un’inclinazione verso il bacino stesso e compresa tra il limite inferiore e il limite superiore di azione delle onde[1]. In senso sedimentologico, una spiaggia è un corpo sedimentario (sabbioso, ciottoloso, più raramente siltoso-argilloso) accumulato o rielaborato dalle onde.

Le spiagge possono impostarsi direttamente al limite della terraferma o su un cordone litorale (spiaggia-barriera). In quest'ultimo caso, la spiaggia delimita verso mare un ambiente protetto (una laguna o una piana di marea). La formazione di una spiaggia è dovuta alla combinazione di fenomeni di erosione e sedimentazione, determinati dalle onde, dalle maree e dalle correnti marine o lacustri costiere; il sedimento inconsolidato redistribuito da tutti questi agenti deriva nella maggior parte dei casi da apporti provenienti da delta fluviali o da litorali vicini. In alcuni casi, le spiagge sono composte da materiali presenti in loco e rielaborati da onde e correnti[2].

In aree a deposizione carbonatica, con una elevata produttività biologica si possono avere anche spiagge costituite prevalentemente da detrito formato da resti o scheletri calcarei di organismi marini, quali aculei di ricci mare, frammenti di coralli e briozoi, frammenti di gusci di molluschi e ooliti. A seconda del tipo di sedimenti disponibili, materiali di diversa granulometria possono accumularsi sulle spiagge: si va da ghiaia e ciottoli dove l'energia del mezzo è maggiore, a sabbia per la grande maggioranza delle spiagge, fino a fango, soprattutto presso la foce di grandi fiumi che trasportano grandi quantità di sedimenti molto fini (come ad esempio il Mississippi).

  1. ^ Corpi sabbiosi simili a spiagge si possono trovare anche in un contesto alluvionale, lungo un corso d'acqua, più facilmente in ambienti fluviali a meandri, nella parte interna di un meandro corrispondente alla superficie affiorante della barra di meandro. In questo caso non si tratta però di spiagge in senso proprio, anche se nell'accezione comune sono definite tali, in quanto in questo tipo di ambiente prevale l'azione delle correnti fluviali (e non delle onde), con morfologie e strutture sedimentarie molto diverse.
  2. ^ Alcuni esempi: spiagge di origine vulcanica, create da ammassi di ceneri vulcaniche, come le spiagge di pomice; spiagge di origine glaciale, come le antiche morene semisommerse dai laghi prealpini; spiagge impostatesi su corpi di frana, come la Spiaggia di Marinello sotto la Rupe di Tindari creatasi in età romana a causa di una frana che travolse parte della città.

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