Statura

Un gigante del Kashmir, alto 236,22 cm (93 in). Alla sua sinistra un europeo, due nani acondroplasici e un nano ateleiotico di Patiala (città del Punjab), alto 71,12 cm (28 in).[1]

La statura (dal latino statura[m], da status, "stato", "condizione")[2] o altezza è la misura di lunghezza del corpo umano tra la pianta dei piedi e il vertex (o vertice, il punto più alto della testa). La sua rilevazione si effettua posizionando il capo in maniera da rendere orizzontale un piano ideale che passa per i forami uditivi e per il margine inferiore dell'orbita oculare sinistra.[3]

Carattere somatico che esprime l'ordine di grandezza del parametro massimale del corpo umano, la statura è costituzionale, dovuta a fattori genetici e ambientali multipli: varia in rapporto all'etnia, agli individui, alle ore del giorno, alle fasi della vita ed è espressione dell'accrescimento somatico, al termine del quale in condizioni fisiologiche varia tra i limiti di circa 145 cm a circa 200 cm, con oscillazioni estesissime a seconda dell'etnia: il limite inferiore può essere ampiamente superato, come per esempio nei pigmei.[4] Pertanto, limiti antropologici più analitici della norma umana sono quelli compresi nell'intervallo 125 cm-199 cm.[N 1]

Piano tra meato uditivo esterno e orbita oculare nel cranio di un adulto e di un infante.
  1. ^ (EN) H. Rischbieth e Amy Barrington, Dwarfism, in Karl Pearson (a cura di), Treasury of Human Inheritance, vol. 1, Londra, Dulau and Co., 1912, parti VII-VIII, sez. XV, tav. MM, figg. 80-81.
  2. ^ Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, vol. 5: S-Z, Bologna, Zanichelli, 1988, p. 1270, ISBN 8808049663.
  3. ^ Corrain, pp. 10-13.
  4. ^ Dizionario medico Larousse, p. 1055.


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