Stenosi | |
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Immagine ottenuta tramite tomografia computerizzata di una stenosi bronchiale (evidenziata dalla freccia) | |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
MeSH | D003251 |
Per stenòsi (dal greco antico στενός, "stretto", "angusto") s'intende una condizione patologica consistente nel restringimento di un orifizio, di un dotto, di un vaso sanguigno o di un organo cavo, tale da ostacolare o impedire il normale passaggio delle sostanze che fisiologicamente passano attraverso di essi.
La stenosi può essere organica se è sostenuta da processi produttivi o cicatriziali o da cause congenite malformative; intrinseca o estrinseca secondo che il processo morboso che ne è alla base abbia origine all'interno o all'esterno della struttura anatomica interessata.
Si parla invece di stenosi funzionale quando è provocata da contrazioni toniche più o meno durevoli degli sfinteri o delle pareti muscolari. Sotto il profilo funzionale la stenosi viene definita scompensata quando per la sua entità non permette più alcun passaggio di materiale.
L'aspetto morfologico della stenosi è vario: anulare o tubulare quando sono rispettivamente interessati un brevissimo o un lungo tratto di condotto; diaframmatica quando assume la forma di un diaframma. Le sedi più frequenti di stenosi sono: l'esofago, lo stomaco, il piloro, l'uretra, il retto.
Purtroppo spesso i casi di stenosi, se non curati, degenerano progressivamente, seguendo il naturale effetto Bernoulli, secondo cui un fluido che acquista velocità a causa del restringimento del lume, diminuisce la sua pressione, tirando quindi le pareti del vaso verso l’interno e peggiorando la situazione. Questa legge si applica anche nella situazione opposta, cioè quando un vaso sanguigno si allarga in modo anomalo. In questo caso si parla dell’equivalente effetto Venturi e quindi di aneurisma.