Le dottrine filosofiche, mistiche e religiose del cosiddetto "taoismo" sorgono nel periodo dei regni combattenti (453-221 a.C.) e sono inserite nelle Cento scuole di pensiero.[1]
I catalogatori della dinastia Han (漢朝, 206 a.C.-220 d.C.) ebbero non poco imbarazzo nel tentare di organizzare una così disorganica produzione letteraria. Diversamente dai "classici" confuciani questi testi furono per loro difficilmente classificabili.[senza fonte] È evidente, dunque, che gli autori ritenuti fondanti il "taoismo" non si consideravano tali e l'attribuzione, spesso contraddittoria di questo o di quell'autore a questa o a quella scuola del pensiero filosofico e religioso cinese appartiene ad una scelta operata da studiosi risalenti ad un'epoca decisamente successiva ovvero al periodo della dinastia Han.[2]
In un capitolo de le "Memorie di uno storico"[3] a opera di Sima Tan, si descrive il panorama dottrinale presente in Cina nel periodo antecedente l'avvento della dinastia Qin (221 a.C.-206 a.C.). Tra le sei categorie viene annoverato anche il cosiddetto Daojia. In epoca Han e nelle successive, l'interpretazione storiografica cinese affermatasi come ortodossa, rimase vincolata a questa schematizzazione operata da Sima Tan. Studi moderni ed evidenze documentarie testimoniano quanto la situazione in epoca pre-imperiale fossero invero assai più fluida e meno rigidamente compartimentata tra scuole concorrenti e gerarchicamente strutturate al loro interno (ad eccezione dei moisti).