Storia della radioprotezione

Esperimenti senza protezione negli Stati Uniti nel 1896 con un primo tubo a raggi X (tubo di Crookes), quando i pericoli delle radiazioni erano ancora in gran parte sconosciuti.[1]

La storia della radioprotezione comincia a cavallo tra il XIX e il XX secolo con la scoperta che le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti da fonti radioattive naturali e artificiali possono avere un effetto nocivo sugli organismi viventi. È quindi anche la Storia dei danni da radiazioni.

Dopo che nel periodo iniziale le esposizioni alle sostanze radioattive, o meglio ai raggi X (raggi Röntgen), avvennero in maniera avventata, la crescente consapevolezza dei pericoli delle radiazioni nel corso del XX secolo sfociò in tutto il mondo in misure di prevenzione, che condussero alle corrispondenti disposizioni di radioprotezione. Le prime vittime furono i radiologi, che entrarono nella storia della medicina come "martiri" del progresso radiologico; ne è un esempio la famosissima Marie Curie che diede uno dei più importanti contributi alla storia della radioattività, morendo però a causa dell’avvelenamento da radiazioni. Molti di loro a causa dei danni da radiazioni dovettero subire amputazioni o morirono di malattie tumorali. Gli usi di sostanze radioattive nella vita di tutti i giorni erano considerati "chic".

A poco poco le conseguenze per la salute furono conosciute, le loro cause furono indagate e la consapevolezza della necessità di misure di protezione acuita. Un cambiamento decisivo avvenne dopo i lanci delle bombe atomiche nella Seconda guerra mondiale. Sempre più si riconobbero anche le conseguenze dei "raggi cosmici" naturali, gli effetti di sostanze radioattive che sono presenti nell'ambiente come il radon e il radio nonché i possibili danni per la salute delle radiazioni non ionizzanti. In tutto il mondo furono elaborate e introdotte misure di protezione, furono sviluppati strumenti per il monitoraggio nonché emanate leggi e disposizioni per la radioprotezione.

Nel XXI secolo le disposizioni sono soggette a un crescente irrigidimento. In particolare, i valori limite ammessi per l'intensità delle radiazioni ionizzanti subiscono correzioni più ampie verso valori minori. Anche il concetto della radioprotezione è tradotto in modo più ampio, contiene ormai anche prescrizioni per i contatti con le radiazioni non ionizzanti.

In Italia la legislazione disciplina la radioprotezione della popolazione dei lavoratori e delle esposizioni a scopo medico con il decreto legislativo n. 101 del 2020 e s.m.i. che sostituisce e abroga il D.Lgs 230/95 il 187/00 e smi.

Per la protezione dei lavoratori e della popolazione, invece, i datori di lavoro devono avvalersi di un Esperto di Radioprotezione e di un medico autorizzato, responsabile della sorveglianza medica dei lavoratori esposti.[2]

  1. ^ Descritto da William James Morton (1845–1920) in: The X-ray; Or, Photography of the Invisible and Its Value in Surgery (ingl.: "I raggi X, o: La fotografia dell'invisibile e il suo valore per la chirurgia"). Anteprima limitata su Google Books, American Technical Book Company, 1896.
  2. ^ Decreto legislativo n. 230 del 1995 e s.m.i. (PDF), su Dipartimento della Protezione civile. URL consultato l'11 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2018).

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