Storia di Amalfi

Voce principale: Amalfi.
Bandiera della Repubblica di Amalfi

«… la più prospera città di Longobardia, la più nobile, la più illustre per le sue condizioni, la più agiata ed opulenta. Il territorio di Amalfi confina con quello di Napoli; la quale è bella città, ma meno importante di Amalfi.»

Secondo il Chronicon Amalphitanum, la città di Amalfi fu fondata da un gruppo di patrizi Romani che, avendo intenzione di trasferirsi da Roma a Costantinopoli per via delle scorrerie barbariche, avrebbero fatto naufragio sulla coste presso Ragusa. Persi i mezzi per arrivare in Oriente, questi Romani avrebbero cercato in Italia un posto riparato e facilmente difendibile da cui condurre i propri commerci, e lo avrebbero trovato nell'inaccessibilità della Costiera amalfitana.

Secondo il monaco longobardo Erchemperto, questi patrizi romani sarebbero invece naufragati in Puglia, avrebbero prima fondato la città di Melphi (oggi Melfi) in Basilicata, e poi in cerca di una località difesa ed affacciata sul mare avrebbero sarebbero arrivati anche in costiera amalfitana dove la nuova città si sarebbe chiamata, per omonimia, Amalfi.

I Bizantini, per difendersi dall'invasione dei Longobardi di Alboino, trasformarono il villaggio in fortezza (castrum). Gli Amalfitani, a ridosso della montagna che li isolava dagli agglomerati campani del golfo di Salerno, dovettero espandere le loro attività sul mare con il commercio. La posizione strategica in cui sorgeva Amalfi, tra le montagne e il mare, fece acquisire al piccolo agglomerato una notevole importanza durante la lotta tra Bizantini e Longobardi.

L'influenza napoletana-bizantina non impedì agli abitanti di Amalfi di godere di una sostanziale "autonomia periferica" che andò sempre più rafforzandosi. Ciò permise un notevole sviluppo dei traffici della gente della costiera amalfitana. Essi erano, inoltre, agevolati anche dalle buone relazioni con Napoli e Bisanzio. Intorno all'836 i commerci condotti da Amalfi erano in piena espansione e raggiungevano i territori dell'Italia meridionale fino alla Sicilia e quelli dell'Africa mediterranea, ormai da molto tempo sotto il dominio degli arabi.


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