Storia di Ancona

Voce principale: Ancona.
Palazzo degli Anziani, l'antica sede della Repubblica di Ancona, dal 2011 di nuovo sede di rappresentanza del comune

Generalmente si considera inizio della ultrabimillenaria storia di Ancona la fondazione greca: questo è esatto considerando Ancona come città. Prima di essere città con tale nome, però, Ancona esisteva già come villaggio o come insieme di villaggi; gli scavi archeologici infatti hanno dimostrato l'esistenza di tre centri abitati durante l'Età del bronzo[1] e uno nell'Età del ferro, quest'ultimo riferibile alla civiltà picena.

Ancona diviene città nel 387 a.C., data di fondazione della colonia di Ankón da parte di greci siracusani di stirpe dorica. Il preesistente centro piceno venne pacificamente assorbito da quello greco e la città rimase per circa due secoli una fiorente colonia greca[2].

Successivamente fu alleata e poi municipium di Roma, attivo porto di comunicazione tra la capitale e l'Oriente. Ebbe particolare importanza sotto l'impero di Traiano.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente fu assoggettata al regno degli Eruli e poi a quello degli Ostrogoti, come gran parte del resto d'Italia. In seguito alla guerra gotico-bizantina, fece parte della pentapoli marittima dell'Impero Bizantino.

Dopo il Mille la città entrò nel periodo più splendido della sua storia, ossia quello in cui fu libero comune e repubblica marinara. Durante i cinque secoli di indipendenza si distinse dalle altre repubbliche marinare per un comportamento alquanto singolare: mai intraprese guerre di sopraffazione contro altre città, contenta del proprio rapporto con il mare e con l'Oriente; dovette però spesso difendersi da potenze nemiche, cosa che fece sempre con grande ardore. Una costante della storia di Ancona di tutti i secoli è anzi il ripetersi di difficili assedi dai quali emerse quasi sempre vittoriosa, dopo lunghi patimenti.

Altra costante della storia di Ancona, che emerge studiando il periodo della colonia greca, del municipio romano e della repubblica marinara, è il rapporto intenso con il mare, la navigazione e l'Oriente, rapporto che ancor oggi caratterizza la città.

Nel 1532 entrò a far parte dello Stato Pontificio, all'interno del quale fu fiorente sotto papa Clemente XII che le concesse il "porto franco". Dopo la Rivoluzione francese diede vita alla Repubblica napoleonica anconitana. Partecipò attivamente al Risorgimento italiano, specie durante i fatti del 1848-1849; nel 1860 entrò nel Regno d'Italia, rivestendo nei primi dieci anni del nuovo Stato un importante ruolo militare.

Nei primi venti anni del Novecento lo spirito ribelle dei suoi cittadini la portò per ben due volte ad essere scena di rivolte poi propagatesi in tutta la nazione: la Settimana rossa e la rivolta dei Bersaglieri.

  1. ^ Maurizio Landolfi, Ankon (primo volume)
  2. ^ La colonia di Ankón non era parte della Magna Grecia, in quanto con quest'espressione si intende l'insieme dei territori colonizzati dai Greci in Italia meridionale. Secondo l'uso greco, tra l'altro, neanche Siracusa e le altre polis greche erano parte della Magna Grecia.

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