Svatopluk I

Svatopluk I
Immagine di Svatopluk tratta dalla cronaca di Dalimil
principe di Nitra
In caricaprima dell'867 –
870
duca di Moravia
In caricada 870 a 871 –
da 871 a prima dell'885
PredecessoreRatislao (prima che Svatopluk venisse imprigionato)/Slavomiro (dopo che Svatopluk tornò al potere)
SuccessoreSlavomiro (prima che Svatopluk venne imprigionato)/se stesso come re della Grande Moravia (dopo che Svatopluk tornò al potere)
re della Grande Moravia
In carica871 –
894
Predecessorese stesso come duca di Moravia
SuccessoreMojmír II (come re della Grande Moravia)
Svatopluk II (come principe di Nitra)
Nascita840 circa
Morte894
DinastiaMojmiridi
PadreSvetimiro oppure Bogislao
Madre?
Consorte?
FigliMojmir II
Svatopluk II
(forse) Predslao

Svatopluk I o Svätopluk I, noto anche come Svatopluk il Grande e italianizzato in Sventibaldo[1] (in latino medievale: Zuentepulc(us), Zuentibald, Sventopulch(us), Zvataplug; in slavo ecclesiastico antico Свѧтопълкъ, trasl. Svętopŭlkŭ; in polacco Świętopełk; in greco Σφενδοπλόκος?, Sfendoplókos),[2] (840 circa – 894) è stato un sovrano ceco vissuto in epoca alto-medievale. Durante il suo regno, fra l'871 e l'894, la Grande Moravia raggiunse la massima espansione[3][4].

Svatopluk compare per la prima volta nelle fonti nell'860, quando viene menzionato a capo di una porzione della Moravia, la cui ubicazione è ancora oggetto di dibattito tra gli storici, sotto il controllo dello zio, Ratislao.[5][6] Nell'870, Svatopluk detronizzò Rastislao, che era un vassallo di Ludovico II il Germanico, e lo tradì alleandosi con i franchi orientali. Nel giro di un anno, tuttavia, i franchi imprigionarono anche Svatopluk.[7][8] Dopo che i moravi fomentarono un'insurrezione, Svatopluk fu rilasciato e incaricato di sedarla, ma anziché combatterli si unì a loro e aggredì i franchi.[9] Sebbene fosse stato obbligato a versare un tributo alla Francia orientale ai sensi di un trattato di pace concluso a Forchheim nell'874, negli anni successivi riuscì a espandere i suoi territori al di fuori della sfera di interesse dei franchi.[9][10] Le sue forze invasero finanche la lontana Marca di Pannonia, compresa nei confini della Francia orientale, nell'882.[10][11]

Svatopluk stabilì un buon rapporto con il papato e lui e il suo popolo passarono formalmente sotto la protezione della Santa Sede nell'880.[6][9] Papa Stefano V si rivolse a lui addirittura attribuendogli il titolo di "Re" in una lettera scritta nell'885.[12] Pare che Svatopluk dovette cercare di riappacificare i rapporti con il clero tedesco, che si opponeva alla celebrazione della liturgia in slavo ecclesiastico antico. Inoltre, espulse i discepoli di Metodio dalla Moravia nell'886, dopo la morte del loro maestro.[11][13][14]

Lo Stato di Svatopluk si componeva di un insieme di principati e comprendeva anche i territori conquistati.[15] L'apogeo della Grande Moravia durò però per pochi anni; non molto tempo dopo la sua morte, il regno di Svatopluk piombò infatti in una lotta di potere combattuta tra i suoi figli. L'intensificarsi delle incursioni ungare assestò il colpo definitivo e causò la dissoluzione della Grande Moravia.[16][17]

Svatopluk, i cui domini comprendevano parti del territorio della moderna Repubblica Ceca (Moravia e Boemia), della Slovacchia, della Polonia e dell'Ungheria, è stato occasionalmente indicato dalle fonti letterarie slovacche come un "sovrano slovacco" a partire dal XVIII secolo, coinciso con l'epoca del risveglio nazionale slovacco.[18]

  1. ^ Cesare Cantù, Storia universale, Giuseppe Pomba, 1842, p. 150.
  2. ^ Cronaca della Grande Moravia, p. 362.
  3. ^ Kirschbaum (2007), pp. 5, 278.
  4. ^ Bartl et al. (2002), pp. 17, 336.
  5. ^ Goldberg (2006), p. 284.
  6. ^ a b Kirschbaum (2007), p. 278.
  7. ^ Bowlus (1995), p. 7.
  8. ^ Spiesz e Čaplovič (2006), p. 21.
  9. ^ a b c Bartl et al. (2002), p. 21.
  10. ^ a b Kirschbaum (2007), p. 121.
  11. ^ a b Bartl et al. (2002), p. 22.
  12. ^ Vlasto (1970), p. 81.
  13. ^ Barford (2001), p. 110.
  14. ^ Vlasto (1970), p. 82.
  15. ^ Kirschbaum (2005), p. 35.
  16. ^ Bartl et al. (2002), p. 17.
  17. ^ Spiesz e Čaplovič (2006), p. 311.
  18. ^ Bartl et al. (2002), p. 88.

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