Tamerlano | |
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Ricostruzione facciale forense del volto di Tamerlano | |
Emiro dell'Impero timuride | |
In carica | 1370 - 1405 |
Incoronazione | 1370, Balkh |
Successore | Khalil Sultan |
Nome completo | Tīmūr Barlas |
Nascita | Kesh, 8 o 9 aprile 1336 |
Morte | Farab, 19 febbraio 1405[1] |
Sepoltura | Samarcanda, Mausoleo di Tamerlano |
Casa reale | Tribù dei Barlas |
Dinastia | Timuridi |
Padre | Amir Taraghai |
Madre | Tekina Khatun |
Consorte | Saray Malik Katun |
Religione | sunnismo |
Tīmūr Barlas (in chagatai تیمور, Temür; in persiano تیمور لنگ, Timur-e lang o Tīmūr Lang, ossia Timur "lo Zoppo";[nota 1] conosciuto in Europa come Tamerlano; Kesh, 8 o 9 aprile 1336 – Farab, 19 febbraio 1405) è stato un condottiero mongolo che tra il 1370 e il 1405 conquistò larga parte dell'Asia centrale e occidentale, fondando l'impero timuride.
Affascinato dalle imprese di Genghis Khan, di cui sperava di ripercorrere le orme nonostante non ne fosse un diretto discendente e provenisse da una fascia aristocratica di secondo piano, Tamerlano seppe imporsi eliminando rivali politici sin dalla gioventù, per poi affermarsi, dal 1370 in poi, come grande emiro di Samarcanda. Da quell'occasione, egli seppe imporre nel giro di un trentennio la supremazia militare e la sua grande capacità di stratega in varie località dell'Asia centrale, in Persia, nel Caucaso, in India, in Anatolia e in parte nel Vicino Oriente. La sua politica di assimilazione di nuovi territori non si rivelò priva di ostacoli, tanto che alcune regioni geografiche non tollerarono mai la sua signoria e lo costrinsero all'applicazione di una strategia del terrore e della distruzione che lo accompagnò per tutta la vita. Furono inoltre molti i nemici che tentarono più volte di minare la sua autorità, alcuni dei quali riuscì a piegare definitivamente con grandi difficoltà.
Su sollecito delle sue numerose mogli, fu incentivato ad abbellire la sua capitale Samarcanda e, nel corso della sua vita, incontrò diversi intellettuali della sua epoca, alcuni religiosi sunniti e sciiti di spicco e anche degli ambasciatori provenienti dall'Europa. Il suo innegabile carisma e la sua aura di formidabile condottiero e sovrano gli consentirono di creare un vasto impero che si estendeva dall'Anatolia alle rive del Gange, ma il suo decesso, avvenuto nel 1405 mentre stava marciando verso la ricca Cina che sperava di sottomettere, provocò un'irreversibile crisi la quale erose lentamente l'impero timuride nel corso del XV secolo. La sua biografia è nota in maniera abbastanza dettagliata grazie a varie opere quasi coeve che ne hanno permesso di ricostruire le vicende.
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