Technicolor

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Technicolor, Inc.
Technicolor Corporation
Technicolor Corporation of America
Technicolor Motion Picture Corporation
Logo
Logo
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Fondazione1914 a Boston
Fondata daHerbert T. Kalmus, Daniel Frost Comstock e W. Burton Wescott
Sede principaleDelaware (Technicolor, Inc.)
Indianapolis (Technicolor USA, Inc.)[1]
GruppoMacAndrews & Forbes (1982-1988)
Carlton Communications (1988-2001)
Thomson SA (2001-2010)
Technicolor SA (dal 2010)
Controllatestoriche:
Boston (Technicolor Motion Picture Corporation),
Hollywood (Technicolor Corporation),
Londra (Tecnicolor Ltd.),
Roma (Technicolor Italiana)
Persone chiaveNatalie Kalmus
Settoreindustria cinematografica
Prodottiprocedimenti di cinematografia a colori
Slogan«"In Brilliant Technicolor"
"Technicolor Triumph"
"100% Technicolor"
"Natural Technicolor"
"Print by Technicolor"
"Color by Technicolor"
"The greatest name in color"»
Sito webwww.technicolor.com
Logo della "Technicolor, Inc." durante gli anni 2000
Cinepresa "Three-strip" degli anni trenta
Cinepresa degli anni 1940-1950
Cinepresa Technicolor Mark Ten Super8 degli anni 1960
Proiettore cinematografico magnetico, sonoro, per pellicole in cassette Technicolor
Manifesto pubblicitario del film On with the Show! del 1929
"Intertitolo" del film Disney Paperino / The Spirit of '43 con "in Technicolor". Molti dei cartoni animati degli anni 1930 e 1940 erano prodotti "in Technicolor".
"Intertitolo" del film Disney Biancaneve e i sette nani con "in Technicolor"
Locandina del film La Cucaracha con "Technicolor"
Locandina del film Becky Sharp con "Technicolor"
Locandina del film Il grande paese con "Technicolor · Technirama"
Locandina del film Salomone e la regina di Saba con "Technicolor · Technirama"

Technicolor è il marchio di fabbrica di diversi procedimenti di cinematografia a colori creati dalla Technicolor Motion Picture Corporation – una consociata della Technicolor, Inc. – a partire dal 1916. La Technicolor Motion Picture Corporation fu fondata a Boston nel 1914 da Herbert Kalmus, Daniel Frost Comstock e W. Burton Wescott.

Il Technicolor è stato, dopo il britannico Kinemacolor, il secondo procedimento di cinematografia a colori a essere impiegato su larga scala e – dal 1922 al 1952 – il più usato negli Stati Uniti. Questo procedimento, famoso per i colori saturi e realistici, è stato usato soprattutto per girare film musicali – come Il mago di Oz (1939), Notti argentine (1940) e Cantando sotto la pioggia (1952) –, film in costume – come La leggenda di Robin Hood (1938), Via col vento (1939) e Giovanna d'Arco (1948) – e film d'animazione – come Biancaneve e i sette nani (1937) e Fantasia (1940) –. Poiché la tecnologia era ormai matura, essa fu usata anche in film drammatici e commedie; occasionalmente anche film noir – come Femmina folle (1945) o Niagara (1953) – furono filmati in Technicolor.[2]

Tech nel nome della società era un riferimento al Massachusetts Institute of Technology, dove sia Kalmus sia Comstock si erano diplomati e dove in seguito avrebbero insegnato[3]. Molti dei brevetti iniziali della Technicolor furono creati da Comstock e Wescott, mentre Kalmus figurava principalmente come presidente e amministratore delegato della società; un ruolo di primo piano era inoltre ricoperto da Natalie Kalmus (ex moglie di Kalmus) in qualità di "color supervisor", "executive head of art department" o "color consultant" dal 1933 al 1949.[4]

Nel 2001 la Technicolor, Inc. è stata acquistata dall'azienda francese Thomson SA; nel 2010, quest'ultima ha cambiato la denominazione sociale in Technicolor SA riprendendo il nome dell'azienda statunitense. La "Technicolor SA" (ex "Thomson SA", ex "Thomson Multimedia SA") detiene il 100% della "Technicolor USA Inc." (ex "Thomson Inc.", ex "Thomson Multimedia Inc."); la "Technicolor USA Inc." detiene il 100% della "Technicolor Inc." (ex "Technicolor Corporation of America", ex "Technicolor Motion Picture Corporation").

  1. ^ (EN) Technicolor SA - Technicolor USA, Inc., su sec.gov.
  2. ^ (EN) Technicolor Collection, su oscars.org. URL consultato l'11 giugno 2007 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2007).
  3. ^ (EN) MIT 150: 150 ideas, inventions, and innovators from the Massachusetts Institute of Technology that helped shape our world, in The Boston Globe, 15 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2011).
  4. ^ (EN) Natalie Kalmus Collection, su oscars.org. URL consultato l'11 giugno 2007 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2007).

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