Una teoria del complotto o della cospirazione (talvolta nella forma aggettivale: teoria complottista[2] o cospirativa[3]) è una teoria o spiegazione di un evento o una situazione, spesso alimentata da motivazioni politiche,[4] che ne attribuisce cause e responsabilità a una cospirazione ordita da gruppi elitari e potenti (spesso detti «poteri forti»), nonostante le altre spiegazioni già fornite sarebbero più plausibili[5][6] e caratterizzandosi con l'essere estremamente «semplicistiche» nel descrivere situazioni complesse[7][8][9][10]. Il termine ha una connotazione negativa, poiché implica che il credere a tali teorie sia una pratica basata sul mero pregiudizio e su prove insufficienti.[11] Una «teoria del complotto» non è la stessa cosa di una cospirazione; perché si riferisce a una cospirazione ipotizzata con caratteristiche specifiche, come un'opposizione al consenso tradizionale (talvolta detto «mainstream») tra quelle persone, come scienziati o storici, che sono qualificate per valutarne l'accuratezza.[12][13]
Le teorie del complotto sono restie alle critiche e al principio di falsificabilità; al contrario trovano forza nella logica circolare: sia le prove che confutano il complotto che l'assenza di prove a favore della sua esistenza sono reinterpretate dai complottisti come indiscutibili dimostrazioni della sua verità,[11][14] per cui la cospirazione diventa una questione di fede piuttosto che qualcosa che può essere provato o confutato.[15][16] La ricerca suggerisce che l'ideologia complottista—la fede nelle teorie del complotto—può essere psicologicamente dannosa o patologica[17][18] e che è correlata a scarso pensiero analitico, basso quoziente d'intelligenza, proiezione psicologica, paranoia e machiavellismo.[19] Gli psicologi attribuiscono il trovare teorie del complotto lì dove non ce ne sono a un fenomeno mentale chiamato «apofenia».[20][21]
Le teorie del complotto, un tempo limitate a un pubblico più marginale e ristretto, sono diventate un luogo comune nei media di massa, emergendo come un fenomeno culturale tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo.[32][33][34][35] Sono diffuse in tutto il mondo e sono spesso credute comunemente, alcune dalla maggioranza della popolazione.[36][37] I provvedimenti nel contrasto delle teorie del complotto includono la preservazione della società aperta e il miglioramento delle capacità di pensiero analitico del pubblico in generale.[36][37]
^(EN) Micah Issitt; Carlyn Main, Hidden Religion: The Greatest Mysteries and Symbols of the World's Religious Beliefs, ABC-CLIO, 2014, pp. 47–49, ISBN978-1-61069-478-0.
«Conspiracy theories are unsubstantiated, less plausible alternatives to the mainstream explanation of the event; they assume everything is intended, with malignity. Crucially, they are also epistemically self-insulating in their construction and arguments»
^«In generale, le teorie del complotto sono accattivanti perché offrono risposte semplicistiche e dirette a questioni complesse», cit. da Combattere la disinformazione, su commission.europa.eu.
^«I complotti sono costruzioni e artifizi che propongono soluzioni spesso assurde, oltreché semplicistiche, il cui fine è il dare una risposta certa e sicura su questioni complesse», cit. da Complottisti e anti-bufale, su gazzettafilosofica.net.
^«Le teorie del complotto si diffondono molto rapidamente in quanto forniscono spiegazioni semplici a eventi complessi», cit. da Ricerche di Psicologia, Franco Angeli, 2022.
«A conspiracy theory is not merely one candidate explanation among other equally plausible alternatives. Rather, the label refers to a claim which runs counter to a more plausible and widely accepted account...[Conspiratorial beliefs are] invariably at odds with the mainstream consensus among scientists, historians, or other legitimate judges of the claim's veracity»