Le teorie del complotto sul signoraggio (chiamato anche più semplicemente signoraggismo) comprendono una serie di teorizzazioni che sostengono l'argomento di fondo secondo cui le attività istituzionali di emissione e di gestione della moneta ed il reddito prodotto dal signoraggio da parte delle banche centrali sarebbero svolte, in realtà, a danno dei cittadini di uno Stato, in favore di una trama di vari poteri oscuri e occulti a cui farebbe capo l'intera macchinazione. Tali teorie mescolano, sovente, problemi ed elementi disparati ed eterogenei, come la ripartizione del reddito da signoraggio[1], la fiscalità monetaria come descritta da autori come Gesell, Steiner, Pound, le teorie di Giacinto Auriti sul valore indotto, e l'emissione di moneta per finanziare il deficit statale[2].
Alcuni critici, come l'economista Mary Mellor, includono tra tali teorie complottistiche anche le teorie neo-cartaliste o post-keynesiane, come la teoria della moneta moderna.[3] Gli autori cartalisti, però, hanno espressamente affermato che questo non è un principio contenuto nella teoria.[4]
Spesso diffuse attraverso libri, blog e, soprattutto, siti web, queste ricostruzioni sono per lo più propugnate da soggetti che non sono né economisti né esperti[5]. Esse, inoltre, non trovano conferma in nessun manuale divulgativo o specialistico di economia e, per questi motivi, l'intero complesso di tali teorie sul signoraggio è rubricato al rango di un sistema infondato di bufale.[6][7][8]
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