The Peel Sessions

John Peel nello studio londinese di Yalding House, dove si registravano programmi della BBC Radio 1

The Peel Sessions è il titolo con cui sono state pubblicate le esibizioni dal vivo dei musicisti che il disc jockey e conduttore radiofonico John Peel invitò ai suoi spettacoli sulla BBC Radio 1. Le session consistono in 3 o 4 brani registrati e missati lo stesso giorno della trasmissione, che venivano poi pubblicati.[1] Molte di queste incisioni furono pubblicate dall'etichetta indipendente Strange Fruit e consociate, di proprietà dello stesso Peel.

Le registrazioni si resero necessarie dopo le limitazioni a trasmettere senza permessi brani che facevano parti di precedenti pubblicazioni, imposte dall'organizzazione britannica "Unione dei musicisti" e dalla Phonographic Performance Limited, che curava i diritti delle etichette dei gruppi EMI e Decca. Le emittenti avevano il permesso di trasmettere pubblicazioni solo per breve tempo nell'arco della giornata ad orari prestabiliti. Tali orari vennero chiamati "needle time", letteralmente orari della puntina, in cui la puntina è quella dei giradischi. Con tale limitazione, che fu in vigore nel Regno Unito dal 1967 al 1988, le due organizzazioni intesero promuovere le vendite dei loro prodotti, che il pubblico non poteva più ascoltare nei media, e creare nuovo lavoro per i musicisti. La nuova regola entrò in vigore nel 1967, lo stesso anno in cui Peel iniziò a lavorare per la TV di Stato britannica.[1]

La BBC si vide costretta a far interpretare i brani ai musicisti suoi dipendenti e ad ingaggiare gli altri artisti che interpretassero cover dei propri brani anziché trasmettere quelli già pubblicati. Per il fatto che le 4 incisioni ed il missaggio dovevano essere fatti di fretta nello stesso giorno, spesso la qualità delle canzoni era approssimativa. Malgrado ciò, le Peel session passarono alla storia della musica e della televisione britannica, per l'impatto che ebbero sul pubblico.

  1. ^ a b BBC - Radio 1 - Keeping It Peel - Sessions, su bbc.co.uk, BBC. URL consultato l'8 dicembre 2012.

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