Timoleone | |
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Tragedia in cinque atti | |
Ritratto di Vittorio Alfieri | |
Autore | Vittorio Alfieri |
Lingua originale | |
Genere | Tragedia |
Ambientazione | La casa di Timofane in Corinto |
Personaggi | |
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Timoleone è una tragedia di Vittorio Alfieri.
Alfieri riassunse in questo modo il suo giudizio su questa tragedia: «Questa terza tragedia di libertà, bench'ella debba cedere a Virginia per la pompa e grandiosità, e alla Congiura de' Pazzi per la rabbia che mi vi pare sovranamente agitare quei congiurati, mi pare nondimeno ch'ella le superi di gran lunga per la semplicità dell'azione, per la purità di questa nobil passione di libertà, che ne riesce la sola motrice, o per l'avervi in somma l'autore saputo forse cavare dal poco il moltissimo».[1]
L'autore diede anche una descrizione dei personaggi e dell'effetto che si aspettava sul pubblico: «Timoleone, è cittadino e fratello; Timofane, è tiranno e fratello; entrambi son figli. Demarista, è donna e madre. Echilo, è cittadino ed amico. Tali quattro personaggi messi in azione, prestano di necessità molte cose importanti da dirsi: ma vero è, che questo fatto essendo quasi privato, e maneggiandosi nel limite della loro casa infra essi soli, viene spogliato d'ogni magnificenza, e può anche a molti parer totalmente privo d'azione. Pure, un fratello, che combatte fra l'amor della patria e quel del fratello, e che opera il possibile per salvar l'uno e l'altro, parrà sempre una importantissima azione a quegli uditori fra cui si troveranno molti uomini che siano ad un tempo e cittadini e fratelli».[1]