Tito Andronico

«Stolto Lucio! Non ti accorgi che Roma è una giungla di tigri?»

Tito Andronico
Tragedia in cinque atti
Copertina dell'edizione Q1 del 1594
AutoreWilliam Shakespeare
Titolo originaleThe Most Lamentable Roman Tragedy of Titus Andronicus
Lingua originale
GenereTragedia
Composto nel1589 - 1593 circa
Personaggi
  • Saturnino, figlio del defunto imperatore di Roma, poi imperatore
  • Bassiano, suo fratello
  • Tito Andronico, patrizio romano
  • Marco Andronico, suo fratello, tribuno della plebe
  • I figli di Tito Andronico:
    • Lucio
    • Quinto
    • Marzio
    • Muzio
    • Lavinia
  • Il giovane Lucio, figlio di Lucio
  • Publio, figlio di Marco Andronico
  • Parenti di Tito Andronico:
    • Sempronio
    • Caio
    • Valentino
  • Emilio, patrizio romano
  • I figli di Tamora:
    • Alarbo
    • Demetrio
    • Chirone
  • Aronne, un Moro, amato da Tamora
  • Tamora, regina dei Goti
  • Un capitano
  • Un messo
  • Un contadino
  • Una nutrice e un bimbo nero
  • Romani, Goti, senatori, tribuni, ufficiali, soldati, popolani
Riduzioni cinematograficheTitus Andronicus, film del 1999 diretto da Christopher Dunne
Titus, film del 1999 diretto da Julie Taymor
 

La Tragedia di Tito Andronico (The Tragedy of Titus Andronicus) è la prima tragedia di Shakespeare, composta con molta probabilità tra il 1589 e il 1593, probabilmente con la collaborazione di George Peele. Narra la storia di un immaginario generale romano che si vuole vendicare di Tamora, regina dei Goti.

Aderente al genere della tragedia di vendetta che con La tragedia spagnola di Thomas Kyd aveva avuto in quegli anni uno straordinario successo, l'opera si rifà a Seneca e Ovidio, mantenendo del primo la struttura tragica e del secondo un linguaggio e un tono elegiaco che rimandano alle Metamorfosi.

È sicuramente la tragedia shakespeariana più violenta e sanguinaria; tuttavia era molto popolare ai suoi tempi, per poi perdere i favori del pubblico verso la fine del XVII secolo. Durante l'età vittoriana questa tragedia venne duramente criticata per la gratuità delle scene violente e quindi poco rappresentata. Soltanto nel XX secolo la reputazione del Tito Andronico tornò in auge.[1]

  1. ^ Sonia Massai (ed.), Titus Andronicus, collana The New Penguin Shakespeare, 2ª ed., London, Penguin, 2001, p. XXI.

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