Tommaso Labranca

Tommaso Labranca (2008)

Tommaso Labranca (Milano, 18 febbraio 1962Pantigliate, 29 agosto 2016[1]) è stato uno scrittore, autore televisivo, conduttore radiofonico, editore e intellettuale[2][3][4] italiano.

Inizia l'attività letteraria negli anni ottanta, come traduttore e autore di fanzine, per poi ottenere successo con i libri Andy Warhol era un coatto ed Estasi del pecoreccio. Diviene poi anche autore di programmi televisivi (come Anima mia) e conduttore radiofonico.[1][3][4][5]

Prese le distanze dalle sue iniziali teorizzazioni che riteneva essere state fraintese,[6] negli anni duemila scrive saggi e romanzi che, attraverso uno stile personale, ironico e intelligente, formulano approfondite analisi della società contemporanea, facendo di lui un intellettuale atipico, in conflitto con i conformismi culturali della sua epoca.[1][2][3][4][5]

Durante la sua attività ha utilizzato svariati pseudonimi, per la realizzazione di scritti o progetti musicali, tra i quali T-La[7], EUR,[8] Santi Bailor,[8] Ansi Sæmur.[9] Nel 1987 ha inoltre dato vita al progetto musicale Liberticide, con il quale ha realizzato una musicassetta e ha partecipato ad alcune compilation.

  1. ^ a b c Gianni Biondillo, So long, Tommaso, su Nazione Indiana, 29 agosto 2016.
  2. ^ a b Tommaso Labranca, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 16 aprile 2021.
  3. ^ a b c Ernesto Assante, Tommaso Labranca, la lezione dell'intellettuale rock, su la Repubblica, GEDI Gruppo Editoriale, 29 agosto 2016.
  4. ^ a b c Daniele Bova, Addio allo scrittore Tommaso Labranca, esempio di intellettuale eclettico, su L'Unità, 29 agosto 2016. URL consultato il 27 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2016).
  5. ^ a b Chi era Tommaso Labranca, su Il Post, 30 agosto 2016.
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ilcorrieredelticino
  7. ^ Boris Borgato, 78.08, su Mangialibri. URL consultato il 16 aprile 2018.
  8. ^ a b Claudio Giunta, 2020, pp. 19-20.
  9. ^ Ansi Sæmur - The Voice of Island, su ansisaemur.com (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2008).

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