Trasformismo (politica)

Nel gergo parlamentare, il trasformismo indica una pratica politica che consiste nella sostituzione del processo fisiologico di alternanza tra maggioranza e opposizione per via elettorale con la cooptazione nella maggioranza di elementi dell'opposizione[1]. Nella storia della politica italiana il trasformismo emerse dopo il 1880 nel Regno d'Italia, come prassi comune ai gruppi parlamentari, di Destra e Sinistra, di variare le maggioranze in base a convergenze d'intenti su problemi circoscritti anziché su programmi politici a lungo termine. Il singolo parlamentare non era legato a un partito, per il semplice motivo che nell'Italia dell'Ottocento i partiti organizzati non esistevano. La candidatura alle elezioni era personale e ciò favoriva l'individualismo del singolo deputato. Il passaggio di un parlamentare da uno schieramento all'altro era segno della conclusione di una trattativa nella quale il deputato aveva mercanteggiato il proprio voto in cambio della soddisfazione di interessi privati[2]. Durante il periodo in cui il trasformismo fu prassi politica, le maggioranze parlamentari che di volta in volta si costituirono poggiarono su singole personalità politiche che, manovrando il costituirsi delle varie combinazioni di gruppi parlamentari, risultarono l'unico elemento di stabilità politica[1].

Nella politica moderna il termine trasformismo ha acquistato una connotazione prettamente negativa. Viene infatti attribuito: a) ad azioni chiaramente dettate dallo scopo di mantenere il potere o di rafforzare il proprio schieramento politico; b) alla consuetudine di evitare il confronto parlamentare e ricorrere a compromessi, clientelismi e sotterfugi politici, senza tenere conto dell'apparente incoerenza ideologica di certi connubi o consociazioni[1]. Conseguenze negative in tal senso sono: la mancanza di scelta tra schieramenti che rappresentano interessi diversi e contrapposti; l'allontanamento del sistema politico dall'interesse collettivo (poiché il sistema politico obbedisce a logiche interne di proprio interesse, con spregio della responsabilità verso gli elettori) e, in ultimo ma non per ultimo, la dimostrazione di scarsa moralità da parte dei parlamentari agli occhi dei cittadini elettori.

  1. ^ a b c Trasformismo, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Sergio Turone, Corrotti e corruttori dall'Unità d'Italia alla P2, Laterza, Roma-Bari, 1984, pp. 76-77.

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