Trebisonda

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Trebisonda
il belediyesi
(TR) Trabzon
Trebisonda – Veduta
Trebisonda – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Turchia Turchia
RegioneMar Nero
ProvinciaTrebisonda
DistrettoOrtahisar
Amministrazione
SindacoAhmet Metin Genç (AKP) dal 5-4-2024
Territorio
Coordinate41°00′18″N 39°43′21″E
Altitudinem s.l.m.
Superficie4 685 km²
Abitanti297 710 (2010)
Densità63,55 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale61000
Prefisso462
Fuso orarioUTC+2
Cartografia
Mappa di localizzazione: Turchia
Trebisonda
Trebisonda
Sito istituzionale

Trebisonda[1][2][3] (in turco Trabzon, o anche Trebizond; in latino Trapezus; in greco Τραπεζούντα?, Trapezounta; in lazico ტამტრა, Ťrap'uzani o Ťamt'ra; in italiano desueto anche Trapesunta o Trapezunte) è una città della Turchia, capoluogo dell'omonima provincia, situata sulla costa nord-orientale che si affaccia sul Mar Nero.

Nel periodo medievale fu capitale dell'Impero di Trebisonda (1204-1461) e fu l'ultima città bizantina indipendente ad essere conquistata dai turchi ottomani (nel 1461) dopo la caduta di Costantinopoli (1453) e Mistra (1460). Oggi Trebisonda è il porto più grande della Turchia sul Mar Nero e conserva ancora una certa importanza grazie alla sua posizione strategica sulle rotte commerciali fra l'Europa ed il Medio Oriente.

Ridotta al rango di capoluogo di provincia, Trebisonda mantenne la sua diversità etnica e religiosa e le sue numerose colonie mercantili fino all'inizio del XX secolo, quando i due genocidi dei greci pontici e degli armeni sradicarono il cristianesimo orientale, fino ad allora maggioritario. Il suo porto rimane importante per l'economia turca, essenzialmente come centro per il commercio tra il Medio Oriente (soprattutto l'Iran), il Caucaso e gli altri Paesi che si affacciano sul Mar Nero.

  1. ^ Cfr. Trebisonda, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 12 aprile 2022.
  2. ^ Cfr. Trebisónda (città), in Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 12 aprile 2022.
  3. ^ Atlante Zanichelli 2009, Zanichelli, Torino e Bologna, 2009, p. 55.

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