Tricotecene

Struttura chimica dei tricoteceni

I tricoteceni sono un gruppo di micotossine sesquiterpeniche, prodotte da diversi generi di funghi, tra i quali Fusarium, Cephalosporium, Myrothecium, Trichoderma, Trichothecium, Verticimonosporium e Stachybotrys.

I tricoteceni sono sesquiterpeni con un peso molecolare compreso tra 250 e 550 dalton; Prendono il nome dal loro scheletro tetraciclico, 12,13-epossitricotec-9-ene.[1]Possono avere gruppi idrossilici o acetilici in determinate posizioni nel nucleo della molecola e catene laterali di varia struttura. Si dividono in quattro gruppi, A, B, C e D in base alla loro struttura e alle specie produttrici.

A questo gruppo appartengono oltre 200 tossine, delle quali 50 sono prodotte dai funghi del genere Fusarium.

Importanti tricoteceni dal punto di vista tossicologico sono il deossinivalenolo (DON), il diacetossiscirpenolo (DAS), il nivalenolo e la tossina T-2 (T-2), molto affini dal punto di vista chimico, in quanto presentano tutte un nucleo sesquiterpenico, con un anello 12,13-epossi-tricotec-9-ene tetraciclico. I tricoteceni del gruppo A e B sono prodotti da specie del genere Fusarium, ad esempio F. graminearum, F. sporotrichioides, F. poae e F. equiseti e sono contaminanti naturali dei cereali. I tricoteceni del gruppo D sono generalmente prodotti da stampi all'interno di edifici, ad esempio Stachybotrys chartarum. Il tipo C è il meno comune.[2][3] Sono tutti potenti inibitori della sintesi proteica[4] e possono essere usati come armi biologiche.

  1. ^ Soriano del Castillo, José Miguel (2007). Micotoxinas en alimentos. Ediciones Díaz de Santos. ISBN 9788479788087..
  2. ^ Etzel, R.A. (2002). «Mycotoxins». Journal of the American Medical Association 287 (4): 425-427. https://dx.doi.org/10.1001%2Fjama.287.4.425.
  3. ^ Domínguez Carmona, Manuel (2005). «Las toxinas como agresivos químicos: micotoxinas» (PDF). Monografías de la Real Academia Nacional de Farmacia: 121-187. https://web.archive.org/web/20150720215521/http://www.analesranf.com/index.php/mono/article/view/547/565.
  4. ^ Food-Info. «Tricotecenos». Universidad de Wageningen, Países Bajos. http://www.food-info.net/es/tox/trich.htm.

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