Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912

US Alessandria Calcio 1912
Calcio
I Grigi, L'Orso grigio, Mandrogni
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Grigio
SimboliOrso Grigio
InnoForza Alessandria
Dati societari
CittàAlessandria
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
Fondazione1912
Rifondazione2003
Scioglimento2024
Proprietario-
Presidente-
StadioGiuseppe Moccagatta
(5 827 posti)
Sito webalessandriacalcio1912.it/
Palmarès
Coppa Italia Lega ProCoppa Italia Lega Pro
Titoli nazionali1 campionato di Serie B-C Alta Italia
Trofei nazionali2 Coppe Italia Serie C/Lega Pro
1 Coppa CONI
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

L'Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912, meglio nota come Alessandria, è una società calcistica italiana con sede nella città di Alessandria.

Rifondata nel 2003, ha una tradizione sportiva che risale al 1912, a sua volta discendente dalla preesistente sezione calcistica della società Forza e Coraggio, d'incerta datazione.[1] La squadra conta 13 stagioni in Serie A tra il 1929 e il 1960 e 21 in Serie B; ha inoltre raggiunto una finale di Coppa Italia nel 1936. Nel suo palmarès annovera due Coppe Italia di Serie C, vinte nel 1973 e nel 2018, e una Coppa CONI, conquistata nel 1927.

Tra i più celebri giocatori che hanno indossato la maglia grigia del sodalizio piemontese sono ricordati il Pallone d'oro 1969 Gianni Rivera e i campioni del mondo Luigi Bertolini, Felice Borel, Giovanni Ferrari e Pietro Rava, oltre a Carlo Carcano e Adolfo Baloncieri.

Il periodo di maggior lustro per la squadra si fa risalire ai decenni del primo dopoguerra e della cosiddetta «scuola alessandrina» che, dando continuità ai dettami importati nei primi anni dieci dall'allenatore inglese George Arthur Smith, prevedeva metodi di allenamento e tattiche di gioco inediti per il calcio italiano.[2] In quegli anni, con Pro Vercelli, Novara e Casale, l'Alessandria andò a formare il «quadrilatero piemontese», fucina di grandi campioni e di importanti vittorie.[3]

  1. ^ Boccassi e Cavalli, p. 81.
  2. ^ Caligaris, 100 volte..., p. 9.
  3. ^ Carlo F. Chiesa. Il grande romanzo dello scudetto. Terza puntata: Il Bologna fa tremare il mondo, da Calcio 2000, febbraio 2002, pp. 58-77.

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