L'urobòro[1] (chiamato anche uroburo[2] o, palindromamente, oroboro[3]) è un simbolo rappresentante un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine.[4]
Simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche[5] apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera sé stesso, l'energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose,[4] che ricominciano dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l'unità, la totalità del mondo, l'infinito, l'eternità, il tempo ciclico, l'eterno ritorno, l'immortalità e la perfezione.[6]
^Uroboro, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
^ Hans Biedermann, Enciclopedia dei simboli, a cura di Paola Locatelli, Milano, Garzanti, 1991, ISBN88-11-50458-9. 1ª ed. originale: (DE) Knaurs Lexikon der Symbole, München, Droemersche Verlaganstalt Th. Knaur Nachf., 1989.