Vallo Alpino del Littorio

Vallo Alpino
Opera 10 dello Sbarramento passo monte Croce Comelico
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
Francia (bandiera) Francia
Slovenia (bandiera) Slovenia
Croazia (bandiera) Croazia
RegioneLiguria
Piemonte
Valle d'Aosta
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Informazioni generali
TipoLinea fortificata
Costruzione1931-Lavori sospesi nel 1942 e ripresi negli anni 1950 per le opere recuperate in ambito NATO.
MaterialeCalcestruzzo e acciaio.
DemolizioneDemolizione di alcune opere dopo i trattati di Pace di Parigi.
Condizione attualeIn stato di abbandono, salvo alcune opere trasformate in museo.
VisitabileSolo le opere trasformate in museo. La visita delle restanti comporta rischi più o meno gravi a seconda del loro stato.
Informazioni militari
UtilizzatoreItalia (bandiera) Italia
Repubblica Sociale Italiana (bandiera) Repubblica Sociale Italiana
Italia (bandiera) Italia
Funzione strategicaDifesa dei confini nazionali con Francia, Svizzera, Austria e Jugoslavia.
Termine funzione strategica1945, 1992 per le opere recuperate in ambito NATO.
OccupantiGuardia alla frontiera fino al 1945, Alpini d'arresto e Fanteria d'arresto fino al 1992.
Azioni di guerraBattaglia delle Alpi Occidentali, Seconda battaglia delle Alpi.
EventiRecupero di alcune opere sul confine nord in ambito NATO.
NoteDopo i trattati di Pace di Parigi e le modifiche dei confini italiani, parte delle opere del Vallo Alpino sono passate in territorio francese e sloveno.
Fonti citate nel corpo dell'articolo.
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Il Vallo Alpino del Littorio, noto anche brevemente come Vallo Alpino (in francese Mur Alpin o Mur des Alpes, in tedesco Alpenwall, in sloveno Alpski zid, in inglese Alpine Wall), è un sistema di fortificazioni formato da opere di difesa (bunker), voluto da Mussolini e costruito durante il ventennio fascista prima della seconda guerra mondiale per proteggere il confine italiano dai paesi limitrofi, cioè Francia, Svizzera, Austria e Jugoslavia.

Il termine "vallo" deriva dall'antica costruzione difensiva romana denominata vallum.[1] Pur essendo stato costituito nel 1931, la denominazione Vallo Alpino del Littorio venne ufficializzata solamente il 13 marzo 1940 in un discorso pronunciato dal Sottosegretario alla Guerra generale Ubaldo Soddu.[2] La costruzione sul confine ex austriaco, divenuto confine tedesco dopo l'annessione dell'Austria alla Germania il 13 marzo 1938, ebbe inizio nel 1939 a seguito della diffidenza che Mussolini manifestava verso la Germania di Hitler. Quest'ultimo tratto venne battezzato dalle popolazioni delle zone interessate ai lavori "Linea non mi fido", con evidente riferimento ironico alla Linea Sigfrido.[3][4]

Prima della seconda guerra mondiale, le opere di difesa erano presidiate dalle unità della "GaF", il corpo di Guardia alla frontiera, specificatamente creato per il presidio delle opere fortificate, il cui motto era «Dei sacri confini guardia sicura». La situazione geopolitica venutasi a creare nel dopoguerra portò al ripristino parziale e alla messa in funzione delle opere dell'ex Vallo Alpino Settentrionale, che tornarono operative dall'inizio degli anni 1950 fino al 1992, presidiate da reparti appositamente dedicati allo scopo: Alpini d'arresto e Fanti d'arresto.[5]

  1. ^ Y. Le Bohec, L'esercito romano da Augusto a Caracalla, Roma 1992.
  2. ^ Bernasconi & Muran 2009, pp. 84-85 e 190.
  3. ^ Alessandro Bernasconi e Giovanni Muran, Capitolo primo "IL VALLO ALPINO DEL LITTORIO: LA SUA EPOCA", § Noi siamo all'epoca delle Nazioni murate, in Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige, Trento, Temi, maggio 1999, p. 15, ISBN 88-85114-18-0.
    «14 febbraio 1940: L'ultima seduta della Commissione Suprema di Difesa: "Ribadisce (il Duce) il suo proposito di chiudere le frontiere; noi siamo all'epoca delle Nazioni murate!"
    Durante la non belligeranza italiana nel conflitto europeo, la diffidenza verso la Germania di Hitler diede un ulteriore impulso alla costruzione del Vallo Alpino del Littorio; quest'ultimo venne battezzato dalle popolazioni alpine interessate ai lavori: "la Linea Non Mi Fido". E a ben ragione!
    Abbiamo ritenuto opportuno riportare integralmente alcuni passi della memorialistica edita dai vari Generali, Capi di Stato Maggiore Esercito che sono stati protagonisti dei fatti d'arme italiani della II Guerra Mondiale. […]
    Seguono citazioni di Mario Roatta, del Generale Favagrossa, di Pietro Badoglio e di Dino Grandi.
    […]In realtà, dopo aver consultato numeroso materiale d'archivio si può sicuramente affermare che molto prima della firma del Patto d'Acciaio, il Duce, concordemente con lo Stato Maggiore Regio Esercito, portava avanti la progettazione, costruzione, miglioramento delle opere già eseguite alla frontiera settentrionale»
    Per ulteriori informazioni sulla "diffidenza di Mussolini verso l'alleato Hitler" vedere il seguito del capitolo citato e l'opera degli stessi autori Alessandro Bernasconi e Giovanni Muran, Il testimone di cemento - Le fortificazioni del "Vallo Alpino Littorio" in Cadore, Carnia e Tarvisiano, Udine, La Nuova Base Editrice, maggio 2009, ISBN 86-329-0394-2.
  4. ^ Bernasconi Alessandro e Prünster Heimo, L'occhio indiscreto - Das indiskrete Auge, ed. curcuegenovese, 978-88-6876-121-9
  5. ^ Bernasconi & Muran 2009, p. 9.

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