Vaporwave | |
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Origini stilistiche | R&B, Chillwave, Smooth jazz,
New age, Ambient, Lounge, Muzak, Synth pop, City pop, Pop ipnagogico Musica elettronica, dance |
Origini culturali | 2009-2010, cybercultura, |
Strumenti tipici | Computer, campionatore, Audacity, Ableton Live, FL Studio |
Popolarità | La vaporwave ha una notorietà media relativamente bassa, ma piuttosto elevata fra le sottoculture online.[2][3] |
Generi correlati | |
Chillwave, pop ipnagogico, phonk, hauntology |
La Vaporwave è una corrente artistica ed estetica emersa nei primi anni 2010,[4] caratterizzata da un'eterogenea ed ampia gamma di espressioni musicali e visive. Il suo nome origina dal termine "vaporware", utilizzato per indicare quei prodotti software che sono stati annunciati ma mai ufficialmente rilasciati, che ne riflette a pieno le tematiche. La Vaporwave infatti sfrutta il senso di anemoia, ossia la nostalgia provata per un qualcosa che non si è mai vissuto, per criticare e parodiare le promesse infrante dal sistema capitalistico-consumistico, e la commercializzazione della cultura di massa, ma anche per rappresentare la conseguente decadenza della società moderna accelerata dal processo di digitalizzazione. Musicalmente la vaporwave è considerata un microgenere[5] della musica elettronica (precisamente di musica elettronica indipendente) inizialmente una variante ironica della chillwave,[6] la vaporwave si è sviluppata in parte anche dalle tendenze sperimentali del pop ipnagogico e caratterizzato dall'appropriazione di stili come lo smooth jazz, R&B e lounge reinterpretati con tecniche di sampling. Fanno parte del contesto vaporwave anche la glitch art, anime e scenari cyberpunk, che vengono spesso usati nelle copertine e nei video musicali. Visualmente include immagini risalenti all'internet primitivo come oggetti fatti in computer grafica, vecchi sistemi operativi o video musicali. Il genere ha guadagnato popolarità grazie a social network come Bandcamp, Tumblr, Soundcloud e 4chan e comprende numerosi artisti fra cui Vektroid, James Ferraro, Chuck Person, che sono considerati i capostipiti del movimento.[7][8][9][10] A seguito dell'affermarsi del genere nel 2012, sono emersi anche diversi sottogeneri, come la dream wave, il future funk, la vaportrap, il mallsoft e hardvapour anche se non tutti questi hanno superato la prova del tempo dopo. Il genere si è anche intersecato con varie mode come il streetware e altri movimenti politici. Nonostante sia stata talvolta descritta come genere "morto",[11] poiché associata alla natura effimera dei meme di Internet,[12] da cui ha assimilato l'ironica e la caoticità, in realtà non ha mai cessato la sua attività. Continua a vivere non solo sotto forma della grande eredità ed influenza che ha marchiato indelebilmente la storia dell'arte digitale; ma con nuovi meme che continuano a rifarsi a quell'immaginario (come le backrooms); con la continua evoluzione di nuovi sottogeneri, atmosfere e suggestioni; e con un seguito che, per quanto rimanga una nicchia, riesce ancora a produrre milioni di visualizzazioni a video YouTube semi-amatoriali di svariate ore, sotto i quali si è originato il fenomeno degli "Internet Checkpoint" (luoghi in cui si può prende una pausa dalla frenesia della vita e dell'intrattenimento moderno, per condividere senza filtri le proprie esperienze, come se si fosse seduti attorno ad un falò).