Variabile Delta Scuti

Una variabile Delta Scuti è un tipo di stella variabile che cambia la propria luminosità a causa di pulsazioni della sua superficie, sia radiali che non radiali.[1] Le variazioni di luminosità sono semi-regolari con variazioni di magnitudine tipicamente comprese tra 0,003 a 0,9 nel corso di alcune ore, anche se l'ampiezza e il periodo delle variazioni può cambiare parecchio. Le stelle di questo tipo sono in genere giganti o di sequenza principale di tipo spettrale da A0 a F6.[2]

Le variabili Delta Scuti sono generalmente stelle di popolazione I ma sono state scoperte variabili di questo tipo anche stelle di popolazione II, chiamate in questo caso stelle SX-Phoenicis, una sottocategoria delle Delta Scuti che comprende vecchie stelle solitamente presenti negli ammassi globulari e in galassie povere di metalli. Nonostante siano state tra le prime stelle pulsanti a essere scoperte, il loro studio è rimasto storicamente difficoltoso, soprattutto per la stima delle loro masse e luminosità. Sono stelle che ruotano molto rapidamente su se stesse, le classiche Delta Scuti possono mostrare decine di oscillazioni multiperiodiche, inoltre non è ancora ben chiara la convezione che avviene in queste stelle: generalmente esse possiedono nuclei convettivi che possono talvolta apportare idrogeno alle zone radiative circostanti, tuttavia anche in superficie sono presenti in modo irregolare altre zone convettive poco profonde; questo rende difficoltoso anche lo studio evolutivo perché il trasporto di idrogeno dal nucleo alla zona radiativa tende ad allungare la vita della stella in sequenza principale.[2] Nel diagramma H-R si situano nel punto dove la striscia di instabilità incrocia la sequenza principale.[3][2]

Il prototipo di questo tipo di variabile è δ Scuti, che mostra fluttuazioni di luminosità tra le magnitudini apparenti +4,6 e +4,79. Le più luminose Delta Scuti viste da Terra sono Vega, Altair e Denebola.

  1. ^ Filmato audio Inaf, Il cuore pulsante delle Delta Scuti, su YouTube, 14 maggio 2020.
  2. ^ a b c Gerald Handler, Delta Scuti Variables (PDF), 2021.
  3. ^ Delta Scuti and the Delta Scuti variables, su aavso.org.

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