Nella Chiesa cattolica la venerazione per Maria, madre di Gesù, comprende varie devozioni mariane quali la preghiera, atti pii, arti visive, poesia e musica dedicate alla Beata Vergine Maria.[1][2] I papi hanno incoraggiato ciò, prendendo allo stesso tempo delle misure per riformarne alcune manifestazioni. La Santa Sede ha insistito sull'importanza della distinzione tra «vera e falsa devozione, e l'autentica dottrina dalle sue deformazioni per eccesso o difetto».[3] Ci sono decisamente più titoli, feste e pratiche devozionali mariane fra i cattolici romani che in altre tradizioni cristiane.[4] Il termine hyperdulia (=venerazione) indica la speciale devozione dovuta a Maria,[5] più grande dell'ordinaria dulia (=venerazione) per altri santi,[6] ma completamente diversa dalla latria dovuta solo a Dio.[7] Il termine "Mariolatria" usato dai Protestanti, riferito ad un'eccessiva devozione cattolica per Maria, è un dispregiativo.
Credere nella incarnazione di Dio Figlio attraverso Maria è la base per cui viene chiamata la Madre di Dio, dichiarato dogma nel Concilio di Efeso nel 431. Nel Concilio Vaticano II e nell'enciclica Redemptoris Mater di papa Giovanni Paolo II, si parla di lei anche come madre della Chiesa. Nel Cattolicesimo l'aumento della venerazione per Maria e la Mariologia sono avvenuti, non da dichiarazioni ufficiali, ma da scritture su Maria fatte da santi, la devozione popolare, e a volte, dalle "Apparizioni e altre manifestazioni mariane" segnalate; la Santa Sede ha approvato solo una piccola parte degne di fede a partire dal 1665.[8][9]
L'ulteriore pia venerazione della Beata Vergine Maria, incoraggiata dai papi, si vede nelle incoronazioni canoniche concesse alle immagini mariane venerate in una particolare località in tutto il mondo, mentre movimenti e associazioni mariane, con milioni di appartenenti, sono sorte dalla credenza in eventi come quelli di Akita, Fátima, Lourdes e altri luoghi.[10]