Via Cecilia

Via Cecilia
Via Caecilia
Le ipotesi di tracciato della via Caecilia:
Ipotesi di Hülsen (1896) (in giallo), Ipotesi di Radke (1973) (in verde), Ipotesi di Coarelli (2016) (in blu).
La via Salaria augustea, in rosso.
Localizzazione
StatoCiviltà romana
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
Abruzzo
Coordinate42°34′48.72″N 13°58′51.89″E
Informazioni generali
Tipostrada romana
Inizio costruzione284 a.C.
Costruttoreconsole Lucio Cecilio Metello Dentro
Lunghezzameno di 200 km
InizioRoma (da Porta Collina)
FineHadria (Atri), Castrum Novum (Giulianova)
Informazioni militari
UtilizzatoreRepubblica romana,
Impero romano
Funzione strategicaCollegava direttamente Roma all'Alta Sabina (Amiternum) e al Mare Adriatico.
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La via Cecilia (in latino Via Caecilia) era una antica via romana che, partendo da Roma, raggiungeva la costa del medio adriatico in territorio piceno.

Il suo tracciato è oggi, in parte, percorso dalla strada statale 80 del Gran Sasso d'Italia.

L'esistenza della via risultò solo nel 1873 a seguito del rinvenimento di una lapide a Roma nei pressi di Porta Collina. Il testo della lapide risultava in gran parte mancante tuttavia fu sufficiente a dimostrare l'esistenza in epoca romana di una via Caecilia e, insieme al precedente ritrovamento di alcune pietre miliari nel territorio teramano, il testo dell'iscrizione fornì degli indizi circa la cronologia di costruzione ed il percorso di quella che da allora sarebbe entrata nel novero delle viae publicae romanae.

Alla fine dell'Ottocento[1] si ritenne che la strada fosse opera di Lucio Cecilio Metello Diademato[2], console nel 117 a.C, da cui aveva preso il nome. Gli studiosi dell'epoca ipotizzarono che la via Caecilia fosse un'alternativa più breve alla già nota via Salaria per raggiungere l'Adriatico. La strada dipartendosi dal percorso della Salaria nel territorio di Trebula Mutuesca (Monteleone Sabino) doveva raggiungere, attraverso i monti tra le valli dei fiumi Salto e Turano prima e il gruppo del Monte Nuria poi, il municipio di Amiternum (San Vittorino) da dove sarebbe proseguita, attraverso il Passo delle Capannelle e la valle de Vomano, verso Hatria (Atri). Una diramazione dalla via prima di Hatria avrebbe raggiunto Interanmnia Pretuttiorum (Teramo) e quindi la costa, più a nord di Hatria, presso Castrum Novum (Giulianuova).

Studi recenti[3] tendono ad anticipare la realizzazione della strada per opera di Lucio Cecilio Metello Dentro[4], console nel 284 a.C. e ad identificarne il percorso in larga parte con quello più tardi esclusivamente attribuito alla via Salaria da Roma ad Interocrium (Antrodoco) e della sua diramazione che da Interocrium (Antrodoco) raggiungeva Amiternum quindi la costa adriatica[5][6] senza invocare il percorso, più breve ma più accidentato a scavalcare le valli dei fiumi Turano e Salto e i Ceraunii Montes, ipotizzato nell'Ottocento[1].

Gli studi più recenti sulla via Caecilia[7] hanno indotto, indirettamente, un ripensamento anche sulla cronologia realizzativa della via Salaria.

«E cosi potrei considerare fornito il compito assuntomi di ricercare I'andamento e gli avanzi di questa via pubblica, se non che i risultati poco felici avutine in parecchi tratti, malgrado il mio buon volere ad ottenerne frutto bastevole, mi obbligano, se non a fare ancora di più, almeno ad esprimere il vivo desiderio che queste fatte ricerche siano in avvenire di sprone ad altri a seguire con occhio vigile e con intelletto d'amore i futuri rinvenimenti, ond'essi confermino, amplino, ovvero correggano quel che finora si sa in riguardo al corso seguito da questa via romana, che fu certamente la prima via aperta della civiltà umana a traverso queste contrade.»

  1. ^ a b cfr. Hülsen.
  2. ^ Lucio Cecilio Metello Diademato era figlio di Quinto Cecilio Metello Macedonico, che, con la quarta guerra macedonica, nel 148 a.C. ridusse la Macedonia a provincia romana e condusse, fino al 146 a.C. le prime fasi della guerra acaica prima di consegnare il comando al console Lucio Mummio Acaico che, successivamente, sconfisse la lega achea, saccheggiò e rase al suolo Corinto.
  3. ^ cfr. Barbetta, Coarelli.
  4. ^ Lucio Cecilio Metello Dentro era il padre di Lucio Cecilio Metello, console nel 251 a.C., vincitore nella battaglia di Palermo del 251 a.C. su Asdrubale e i cartaginesi nella prima guerra punica per la conquista della Sicilia.
  5. ^ cfr. Wiseman, Barbetta, Coarelli.
  6. ^ Coarelli nel suo articolo del 2016 propone la via Caecilia come costituita da due tratti: il primo una variante della via Salaria tra Eretum, al miglio XVIII, e il Ponte Buida, al miglio XXXV. In epoca precendente, infatti, la Salaria da Eretum raggiungeva Cures, quindi la valle del Farfa aggirando il monte Acuziano per poi raggiungere il Ponte Buida risalendo il corso del Farfa. Il secondo tratto della via Caecilia, poi, sarebbe stato quello che si dipartiva da Interocrium (Antrodoco) per raggiungere il mare Adriatico attraverso Amiternum. Di fatto la via Caecilia condivideva il percorso con la via Salaria per buona parte e con questa le indicazioni della distanza che si dipartivano da Roma costituendo di fatto una diramazione della Salaria. Questo potrebbe essere il motivo per cui la via Caecilia non compare negli itinerari antichi, compilati quando ormai la via Salaria aveva fagocitato la via Caecilia che non era vista altro che come la via Salaria con le sue diramazioni.
  7. ^ cfr. Barbetta, Guidobaldi, Coarelli.

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