Vittoria Accoramboni

Vittoria Accoramboni
"Ritratto di Vittoria Accoramboni", opera di Scipione Pulzone, XVI secolo
Duchessa consorte di Bracciano
In caricapost 1581 – 13 novembre 1585 (de facto)
PredecessoreIsabella de' Medici
SuccessoreFlavia Damasceni Peretti
NascitaGubbio[1], Ducato di Urbino (oggi Italia), 15 febbraio 1557[1]
MortePadova[1], Repubblica di Venezia (oggi Italia), 22 dicembre 1585 (28 anni)[1]
DinastiaAccoramboni
PadreClaudio Accoramboni[1]
MadreTarquinia Paluzzi Albertoni[1]
Consorti Francesco Peretti[1]
Paolo Giordano I Orsini[1][2]

Vittoria Accoramboni (Gubbio, 15 febbraio 1557Padova, 22 dicembre 1585) è stata una nobildonna italiana.

Moglie di Francesco Peretti, nipote di papa Sisto V, fu dapprima l'amante e poi la seconda moglie di Paolo Giordano I Orsini, duca di Bracciano e già marito di Isabella de' Medici.[1] Dopo l'assassinio del primo marito e la morte di Isabella, Vittoria si sposò più di una volta con Paolo Giordano.[1] Tuttavia anche il secondo marito morì e lei ereditò un cospicuo patrimonio, ma venne ben presto assassinata da dei sicari.[1][2] Della morte fu accusato Lodovico Orsini[1] del ramo di Monterotondo, luogotenente di Paolo Giordano, che fu giustiziato senza processo per ordine della Repubblica di Venezia.[2]

La vita dell'Accoramboni e la sua tragica fine ispirarono molti intellettuali, tra i quali si ricordano in particolare la tragedia Il diavolo bianco (The White Devil, 1612)[1] del drammaturgo inglese John Webster, il romanzo storico di Ludwig Tieck (1800) e il racconto di Stendhal (1837).

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Giovanni Orioli, ACCORAMBONI, Vittoria, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 13 giugno 2019.
  2. ^ a b c Elisabetta Mori, ORSINI, Paolo Giordano, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 13 giugno 2019.

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