Vulpes vulpes

Volpe rossa[1]
Vulpes vulpes
Stato di conservazione
Rischio minimo[2]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
ClasseMammalia
SottoclasseTheria
InfraclasseEutheria
SuperordineLaurasiatheria
OrdineCarnivora
SottordineCaniformia
FamigliaCanidae
TribùVulpini
GenereVulpes
SpecieV. vulpes
Nomenclatura binomiale
Vulpes vulpes
(Linnaeus, 1758)
Sinonimi

"Canis vulpes" (Linneo, 1758), "Canis alopex" (Linneo, 1758)

Areale
  •   autoctono
  •   introdotto
  •   incerto

La volpe rossa, o semplicemente volpe (Vulpes vulpes Linnaeus, 1758), è la più grande delle volpi propriamente dette e il carnivoro con l'areale più vasto, essendo presente in tutto l'emisfero boreale, dal circolo polare artico al Nord Africa, il Nord America e l'Eurasia. Il suo areale si è espanso insieme a quello umano, essendo stata introdotta in Australia, dove viene considerata nociva per i marsupiali e gli uccelli indigeni. A causa dei suoi danni ecologici in quest'ultimo continente, la specie è considerata una tra le peggiori specie invasive.[3]

La specie ebbe origine da antenati più piccoli in Eurasia durante il Villafranchiano medio,[4] e colonizzò il Nord America poco dopo la glaciazione del Wisconsin.[5] Fra le volpi del genere Vulpes, la volpe rossa rappresenta una forma più specializzata al carnivorismo. Oltre che per le maggiori dimensioni, si distingue ulteriormente dalle altre volpi per la capacità di adattarsi a qualsiasi ambiente. Malgrado il suo nome informale, la specie non è sempre rossa, essendo stati segnalati sia esemplari albini che melanici.[6] Si riconoscono 45 sottospecie,[1] che sono divise in due categorie: le grosse volpi rosse settentrionali e le piccole volpi rosse meridionali dei deserti asiatici e mediorientali.[6]

La volpe rossa vive solitamente in coppia o in piccoli gruppi rivolti a una coppia riproduttiva e la sua prole o da un maschio con varie femmine imparentate. I cuccioli cresciuti tendono a rimanere con i genitori per assisterli nella cura di nuovi piccoli.[7] Si ciba prevalentemente di piccoli roditori, ma caccia anche conigli, uccelli terricoli, rettili, invertebrati e giovani ungulati.[6] Ogni tanto si nutre anche di frutta e vegetali.[8] Sebbene tenda a uccidere i predatori più piccoli, incluse altre specie di volpe, è vulnerabile agli attacchi di predatori più grossi come lupi, coyote, sciacalli e vari felini di grossa (come i leopardi) o media taglia (come le linci).[9]

La specie ha una lunga storia d'associazione con gli umani, essendo stata cacciata attivamente come animale nocivo o da pelliccia per molti secoli, ed è protagonista di tante fiabe e leggende. Dato il suo vasto areale e la popolazione numerosa, è fra gli animali più importanti nel commercio delle pellicce.[10]

  1. ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Vulpes vulpes, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ (EN) Macdonald, D.W. & Reynolds, J.C. 2004, Vulpes vulpes, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  3. ^ 100 of the World's Worst Invasive Alien Species, su issg.org, Invasive Species Specialist Group. URL consultato il 3 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2017).
  4. ^ Kurtén, Björn (1968). Pleistocene mammals of Europe. Weidenfeld & Nicolson. pp. 114-116.
  5. ^ (EN) Björn Kurtén e Elaine Anderson, Pleistocene Mammals of North America, Columbia University Press, 15 ottobre 1980, pp. 96, 174, ISBN 978-0-231-03733-4.
  6. ^ a b c Heptner, V. G.; Naumov, N. P. (1998). Mammals of the Soviet Union Vol. II Part 1a, Sirenia and Carnivora (Sea cows; Wolves and Bears). Science Publishers, Inc. USA. pp. 469-566. ISBN 1-886106-81-9.
  7. ^ Stephen Harris e Derek Yalden, Mammals of the British Isles : handbook., 4th, Southampton, Mammal Society, 2008, pp. 408–422, ISBN 978-0-906282-65-6.
  8. ^ (EN) George Feldhamer, Bruce Thompson e Joseph Chapman, Wild Mammals of North America: Biology, Management, and Conservation: Biology, Management and Economics, 2ª ed., Johns Hopkins University Press, 2003, pp. 516–530, ISBN 978-0-8018-7416-1.
  9. ^ Fedriani, J. M., Palomares, F. e Delibes, M., Niche relations among three sympatric Mediterranean carnivores, in Oecologia, vol. 121, 1999, pp. 138–148, DOI:10.1007/s004420050915, ISSN 0029-8549 (WC · ACNP), JSTOR 4222449.
  10. ^ Max Bachrach, Fur: a practical treatise, third, New York, Prentice-Hall, 1953.

From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by razib.in