What Is Life

What Is Life
singolo discografico
Pubblicità del singolo What Is Life / Apple Scruffs, febbraio 1971
ArtistaGeorge Harrison
Pubblicazione15 febbraio 1971
Durata4:18
Album di provenienzaAll Things Must Pass
GenerePop rock
EtichettaApple Records
ProduttoreGeorge Harrison, Phil Spector
Noten. 10 Bandiera degli Stati Uniti
George Harrison - cronologia
Singolo precedente
(1970)
Singolo successivo
(1971)

What Is Life è un brano musicale di George Harrison, secondo singolo estratto dall'album All Things Must Pass del 1970, per il mercato statunitense.

Nel febbraio 1971, divenne un successo da top-ten negli Stati Uniti, in Canada e altrove, raggiungendo la vetta della classifica in Australia e Svizzera. In Gran Bretagna, What Is Life apparve come B-side del 45 giri My Sweet Lord, singolo di maggior successo del 1971 nel Regno Unito. I musicisti che affiancano Harrison nella traccia sono Eric Clapton, Bobby Keys, Jim Price, alcuni membri dei Badfinger e l'intera band di Delaney & Bonnie. Harrison co-produsse l'incisione con Phil Spector.

Brano in stile pop rock con influenze di musica soul, What Is Life è una delle molte canzoni d'amore scritte da Harrison che sembrano essere indirizzate indifferentemente a una donna o a una divinità. Harrison compose il brano nel 1969 pensandolo inizialmente per Billy Preston. Costruito intorno a un riff discendente di chitarra, il pezzo è una delle canzoni più celebri di George Harrison. La rivista Rolling Stone ha definito What Is Life sia un "classico" sia una "esultante canzone di resa".[1]

What Is Life è apparsa nella colonna sonora di numerosi film, tra i quali Quei bravi ragazzi (1990), Patch Adams (1998), Big Daddy - Un papà speciale (1999), American Life (2009) e Questi sono i 40 (2012). La canzone è stata inclusa nelle raccolte The Best of George Harrison e Let It Roll, e versioni dal vivo sono incluse nel disco Live in Japan (1992) e nel documentario George Harrison: Living in the Material World diretto da Martin Scorsese (2011). Nel 1972, Olivia Newton-John ebbe un successo da classifica in Gran Bretagna con una reinterpretazione della canzone. Ronnie Aldrich, The Ventures e Shawn Mullins sono tra gli artisti che hanno reinterpretato il brano.

  1. ^ Rolling Stone, pag. 201

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