Women Airforce Service Pilots

Una WASP, Elizabeth L. Gardner, ai comandi di un B-26 Marauder

La Women Airforce Service Pilots (WASP, vespa in inglese) fu un'organizzazione pionieristica formata da donne pilota che, seppur civili, nel corso della seconda guerra mondiale pilotavano aerei militari sotto la direzione dell'United States Army Air Forces. Nacque il 5 agosto 1943 dall'unione della The Women's Flying Training Detachment (WFTD) e della Women's Auxiliary Ferrying Squadron (WAFS) organizzate separatamente nel settembre 1942. Le WASP volarono per oltre 60 milioni di miglia[1] su ogni tipo di aerei militari ed arrivarono a contare 1.074 membri, lasciando altrettanti piloti uomini liberi per i ruoli di combattimento. Nel 1977 alle WASP fu concesso lo stato di veterano[2], mentre nel 2009 furono premiate con la Medaglia d'oro del Congresso, la più alta onorificenza civile assegnata dal governo degli Stati Uniti.[3][4][5] Delle oltre 25.000 donne che fecero domanda per entrare nelle WASP, solo 1.830 furono accettate e, di queste, in 1.074 riuscirono a completare con successo il programma di addestramento.[6][7] L'acronimo WASP (vespa in inglese) in seguito andrà ad identificare le singole donne pilota dell'organizzazione.

  1. ^ (EN) Experiencing war - The WASP, su loc.gov, Biblioteca del Congresso. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  2. ^ Massimo M. Veronese, Dopo 65 anni l'America rende onore alle sue "ragazzine" con le ali, in il Giornale, 13 marzo 2010. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  3. ^ (EN) 111th Congress Public Law 40, su gpo.gov. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  4. ^ (EN) Thune Recognizes Women Airforce Service Pilots from World War II, su thune.senate.gov, agosto 2009. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  5. ^ Ennio Caretto, L'America scopre le sue eroine aviatrici, in Corriere della Sera, 24 marzo 2010. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  6. ^ (EN) George A. Michael, An Interview with Margaret Gee, su computer-history.info. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  7. ^ (EN) WASP awarded Congressional Gold Medal for service, su af.mil, luglio 2009. URL consultato il 7 dicembre 2013.

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